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Fernando Germani

Riporto un altro articolo scritto dal maestro Federico Borsari, per ricordare un organista oggi dimenticato da molti, un organista del quale si fatica a trovare delle incisioni discografiche ancora in stampa, ma che in realtà meriterebbe una certa attenzione; si sta parlando, appunto, di Fernando Germani.

«Fernando Germani è morto nella sua Roma il 10 giugno dell’anno scorso (1998 n.d.r.). Dire che è morto dimenticato è forse dire poco. Lontano dalle scene da diversi anni, ormai fuori dal "giro" organistico che conta, "vecchio" non solo anagraficamente ma anche musicalmente, ignorato e molto spesso deriso dai nuovi "filologi" della musica organistica, Fernando Germani ha lasciato questo Mondo di imbecilli al suo gramo destino di ignoranza e mediocrità per entrare in un nuovo Mondo dove finalmente potrà di nuovo suonare tutto il Bach che gli pare su bellissimi organi sinfonici senza doversi preoccupare delle critiche malevole, dei vicini che protestano perché il suono dell’organo impedisce loro di vedere ‘Canzonissima’, dei Monsignori e Cardinali insipienti e di tutto ciò che compendia l’umana stupidità.
Fernando Germani era nato a Roma il 5 aprile 1906. Romano "de Roma", aveva studiato pianoforte con Bajardi, composizione con Respighi ed organo con Manari. Iniziata una brillante carriera di concertista, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, fu il primo organista italiano ad eseguire l’opera omnia organistica di Bach, seguita da quelle di Reger e Franck.
Ed a questo proposito è utile ricordare che Germani era già talmente apprezzato come interprete bachiano che per il primo ciclo dell’integrale bachiana del 1945, a Sant’Ignazio, fu il Comandante Militare Statunitense che provvide a fornire la corrente elettrica necessaria al funzionamento dell’organo ed a quei concerti assistettero anche i prigionieri di guerra tedeschi.
Questi grandi cicli organistici che Germani eseguì poi in tutto il Mondo, furono una grande porta che in Italia si apriva verso la musica organistica ed i giovani vi assistevano a centinaia, scoprendo le meraviglie di una musica fino ad allora sconosciuta. Ed è sintomatico il fatto che quando un certo Cardinale provò a proibire quei concerti, quegli stessi giovani organizzarono una manifestazione di protesta davanti alla chiesa di Sant’Ignazio, riducendo il cardinale a più miti consigli.
Professore di Organo all’Academia di Santa Cecilia dal 1934 al 1976, Organista Titolare presso la Basilica di San Pietro in Vaticano dal 1948 al 1959, Docente ai Corsi di Perfezionamento dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena dal 1939 al 1972, Direttore del Dipartimento di Organo presso il Curtis Institute di Filadelfia dal 1931 al 1933, Membro dell’Organ Music Society di St. Alban dal 1936, Fernando Germani è stato forse l’organista italiano che più ha seguito le orme dei suoi grandi predecessori come Bossi, Manari, Matthey…. Concertista di razza, grande virtuoso e profondissimo conoscitore dello strumento, ha effettuato centinaia di tournées in tutto il Mondo, le sue incisioni discografiche rimangono come punti fermi nella storia del concertismo organistico di tutti i tempi ed i suoi allievi, centinaia, sono attualmente i più grandi e quotati organisti del panorama musicale internazionale.
Ma con il passare degli anni Fernando Germani è stato sempre più criticato e contestato, soprattutto per le sue concezioni estetiche e stilistiche in merito all’interpretazione della musica bachiana. E qui si impone una piccola riflessione.
Il modo di interpretare di Germani non era dettato da regole ‘a casaccio’, bensì da una precisa visione della musica, una visione che al giorno d’oggi molti hanno perduto, lasciandosi trascinare in quell’immensa babele che è la filologia interpretativa che, a forza di ricercare il pelo nell’uovo, perde molto spesso di vista il contenuto principale della musica.
Germani sintetizza così il motivo principale del suo stile interpretativo: "… la musica, come il discorso parlato, ha le sue frasi, i suoi periodi, periodi di domanda, periodi di risposta, e quando è completo il pensiero musicale, lì c’è una cadenza, una conclusione, ed allora si può cambiare sonorità, cambiare tastiera. Ci sono moltissimi organisti che suonano tutto staccato, dal principio alla fine: è come sentire un balbuziente, non ha senso.". In questo modo Germani riporta la musica al suo vero compito e significato: quello di essere un linguaggio capace di trasmettere idee, sentimenti, emozioni… e non quello, come pare sia divenuto oggi, di essere una raffinata esercitazione di perfezione formale ed estetica assolutamente fine a se stessa.
Un altro rimprovero che si è troppo rivolto a Germani è stato quello di utilizzare per l’esecuzione della musica bachiana strumenti non adatti, di tipi eclettico-sinfonico. Anche qui Germani è sempre stato aderente ad un suo preciso pensiero, un pensiero che, pur disponendosi agli antipodi della filologia organistica odierna, trova un suo ben preciso diritto di cittadinanza per la sua obiettiva chiarezza e semplicità; per Germani l’organo moderno racchiude tutte le potenzialità che non potevano essere espresse dall’organo di Bach. In parole povere: se Bach avesse avuto a disposizione organi sinfonici, sicuramente li avrebbe utilizzati al meglio delle loro possibilità. Ed a questa motivazione di tipo generale se ne aggiungeva altresì una molto più pratica: bisogna sempre tenere conto del fatto che non si possono sempre avere sottomano gli organi adatti per eseguire un ben determinato tipo di musica. In breve: se davvero la filologia ritiene necessari, per l’interpretazione bachiana, strumenti con ben determinate caratteristiche storico-stilistico-tecnico-foniche, allora la musica organistica di Bach ce la dovremmo tutti andare ad ascoltare solo in Germania, ed anche qui con le dovute cuatele ed i dovuti distinguo…
Queste concezioni estetiche, musicali ed interpretative ci fanno capire un aspetto fondamentale di Fernando Germani: al primo posto egli metteva la Musica. Tutto il resto, anche il fatto dello strumento su cui eseguirla, era secondario rispetto all’assoluta preminenza che egli dava al contenuto rispetto al contenitore.
Purtroppo, con il tempo e con l’avvento delle nuove concezioni filologico-musicali, secondo cui si privilegiano aspetti di secondaria importanza rispetto ai contenuti più profondamente musicali, Germani divenne dapprima fuori moda, per poi cadere preda delle attiverie dei giovani "intellettuali" dell’organo, che per un certo periodo di tempo si divertirono a spacciare Germani per un vecchio quasi rimbambito e totalmente ignorante di organo mentre, per la verità, erano loro ad essere del tutto ignoranti di musica. Ora che Germani non è più, è giusto che qualcuno lo ricordi per quello che è veramente stato: un Grande della musica italiana. Ascoltando i suoi concerti, sentendo le incisioni discografiche, leggendo i suoi scritti, centinaia di giovani di tutto il Mondo hanno scoperto l’organo e la musica organistica, affollando le chiese e gli auditorium, mentre lui alla tastiera si permetteva di dare amichevolmente del tu alla musica di Reger, di Franck e di Bach, riproponendola per quello che in effetti è: Musica, e non divagazioni stilistiche o disquisizioni senza senso…
Ascoltando Germani si potevano gustare ottime bistecche, anche se talvolta servite su piatti di terracotta… Oggi, con tanti altri interpreti di grande fama e nonostante i piatti d’oro e le posate d’argento, talvolta riusciamo a masticare solo qualche buccia di cipolla…
Personalmente preferisco le bistecche…»

Fonte: Gli arretrati de La Pagina dell’Organo, di Federico Borsari.

Domenica 29 ottobre 2006 alle ore 11.05, sul V canale della filodiffusione RAI, saranno trasmesse alcune esecuzioni di Germani: il concerto per organo BWV 593 di Johann Sebastian Bach e, a seguire, i corali n. 2 e n. 3 di César Franck. È possibile ascoltare questi programmi in streaming dal sito www.filodiffusione.rai.it o anche in FM in alcune grandi città (a Roma su 100.30 MHz). Consiglio di controllare periodicamente il palinsesto dato che le registrazioni di Germani vengono proposte di frequente.

  1. Gianluca
    30 ottobre 2006 alle 15:43

    Ciao Alberto! E’ un piacere essere ritornato, ed essere ritornato sul tuo blog 🙂 Come già ti ho detto non conoscevo assolutamente questo Fernando Germani, e a questo punto direi che è vero che non è noto a molti; hai fatto bene ad inserire questo articolo che lo cita, perchè non mi sembra che sia uno da dimenticare, per ciò che ha fatto… Ci sentiamo.
    Ciao 

  2. SERENA
    7 novembre 2006 alle 15:27

    Ciaooooo
    guarda non ti ci abituare a questi post, però oggi per sfizio te lo dovevo scrive un bel commento!
    Bello per modo di dire, ehehhe è solo un modo per protestare il fatto ke mi rimproveri sempre ke non ti commento………non è cattiveria se non commento o se rispondo sul mio mi faccio solo pubblicità! ehehhehe

  3. Alberto
    7 novembre 2006 alle 20:51

    Sìsì, come vedi anche io mi faccio pubblicità 🙂 Grazie per il commento! Ciao ciaooo!!- Alberto

  4. Roberta
    11 novembre 2006 alle 20:09

    Ciao Alberto!!!
    Volevo ringraziarti per avermi fatto (anche se in ritardo), gli auguri per il mio compleanno!!
    Sono incasinatissima in questo periodo…uffà…non vedo l’ ora che finisca tutto!!!!
    Per il resto tutto uguale…, più o meno!
     
    Ti saluto…
    A presto,                   Roberta

  5. Paola
    12 novembre 2006 alle 21:38

    blog interessante…ripasserò a dare una sbirciatina…un saluto, paola

  6. Camillo
    9 agosto 2009 alle 23:07

    ho avuto modo di ascoltare il Grande Maestro Fernando Germani dalla cui scuola sono usciti importanti organisti; di lui condividoquasi tutto sulle scelte musicali perchè compositore a mia volta.Gli organisti della sua scuola hanno formato altrettanti organisticoncertisti tuttora.Van de Pol,Gottsche,Arturo Sacchetti e mollti altri hanno studiato musica con Germani,ascoltato a S. Ignazio; hoanche conservato un autografo sul 2° volume delle musiche per organo ed. Peters.

  7. Camillo
    9 agosto 2009 alle 23:19

    Certo dopo aver studiato clavicembalo per tre anni ho riempito il vuoto che avevo di tre secoli di musica cembalistica che probabilmente aveva anche il Maestro Germani, avendo riservato tutta la sua attenzione al grande organo da concerto;comunque io che sono intenditore devo ammettere che non ho mai sentito suonare alcuni brani di Franck come lui suonava.

  8. Camillo
    9 agosto 2009 alle 23:37

    come sostenitore dell’organo Tamburini più adatto alle sue performance concertistiche avrà forse trascurato l’immenso patrimonio organistico antico che sta nelle chiese italiane e che a poco a poco è stato restaurato e reso efficiente ; sonoautentici gioielli di artigianato formale e soprattutto sonoro.

  9. Camillo
    5 settembre 2011 alle 00:58

    Quest’estate ho avuto modo di eseguire un concerto su un meraviglioso organo meccanico a 2 manuali, costruito dai fratelli Carrara di Rumo (TN), e ho constatato quanto diverso sia l’organo meccanico da quello elettrico; già prima avevo constatato questo avendo nell’agosto 2008 eseguito un concerto su un’organano meccanico del Certamente i nuovi organi meccanici hanno delle ottime sonorità e delle peculiarità che permettono di dominare il suono agevolmente, conoscendo gli organi di Merano (S.Maria Assunta), S.Galla in Roma( Ho eseguito 2 concerti quando lo strumento aveva solo 2 manuali)e S.M.degli Angeli di Formentelli( ho anche visitato la sua fabbrica in provincia
    di Verona. ( l’organo meccanico era del 1792,nella basilica di Sanzeno(TN)

  10. Camillo
    5 settembre 2011 alle 01:06

    Il mio concerto eseguito sull’organo Carrara(TN) riguardava tutte musiche di mia composizione.Credo 20 anni di lavoro.Ma ora ho la chiave per realizzare tutto ciò;
    rimane però segreto; uno o è un genio o non lo è; l’ispirazione è fondamentale come la genialità.

  11. Pietro Filippini
    25 settembre 2011 alle 10:15

    Condivido in pieno la pagina sul grande maestro e musicista Fernando Germani. Ho sempre amato molto la musica classica (ho anche studiato un pchino di chitarra sotto la guida del grande M° Benedetto Di Ponio, che amava farci ascoltare le fughe di Bach sul suo strumento)
    Ormai sono vecchio per questo mondo di poveri figli, resi sempre più imbecilli dalle cacofonie della musica profana e non. Io invece rammento con nostalgia e con orgoglio i bei momenti della mia giovinezza, quando noi giovani tifavamo per Germani e correvamo ad ascoltarlo a S. Ignazio e all’Aracoeli. trovando nella sua espressività la strada per guardare in Alto. Torneranno ancora quei tempi? Me lo auguro per i miei figli e nipoti. Pietro

  12. Anonimo
    10 dicembre 2011 alle 14:12

    be Germani aveva questa capacità di adattare l’organo al pezzo ma ti dico che ho sentito altri interpreti a fare questo su strumenti che mai avrei pensato di sentire essere suonati così
    pero guarda caso sono strumentisti che non sono rilegati ad un tipo di strumento ma hanno girato il mondo ed anno suonati di tutto senza distinzione e poi hanno studiato studiato studiato.
    A quanto riguarda l’arte organaria attuale italiana meglio metterci una pietra sopra ormai tranne due o tre sono diventati assemblatori di organi altrui, e con restauri selvaggi anche di organi spacciati per grandi organi d’epoca si è distrutta la possibilità a giovani talenti di avere strumenti adeguati per studio di tutti i tipi di brani. speriamo nel futuro purtroppo molto prossimo di sicuro io non ci sarò spero almeno dall’altra parte di sentire l’organo costruito e E suonato COME DIO COMANDA.
    ciao VALERIO.

  13. 14 giugno 2012 alle 18:07

    Oggi ci sono organisti che suonano meglio di Germani; bisogna però considerare che allora era quasi un pioniere nell’arte organistica; con concorsi e corsi di perfezionamento all’organo si sono formati bravi giovani concertisti; il problema è che si tratta di trovare organi adeguati ad eseguire determinati tipi di musica . Non è peregrina la mia idea di comporre musiche organistiche italiane da eseguire in concerti come hanno già realizzato i francesi i tedeschi gli americani e gli inglesi, e di pari passo accordarsi sul tipo di organo italiano da costruire.Tuttavia finchè non ci sarà un repertorio diverso di musica concertistica italiana si tenderà naturalmente a costruire tipi di organo francese tedesco ecc.
    Una soluzione tipicamente italiana è la divisione delle file del ripieno i flauti i principali le ance antiche dell’organo italiano, il nazardo, il flauto in XII.
    Su questo tipo di registri non si dovrebbe derogare, ma mantenere questa timbrica italiana. APPREZZIAMO QUELLO CHE C’E’ DI BUONO DEL PASSATO E COSTRUIAMO UN BUON FUTURO CON SAGGE SCELTE ADEGUATE.

  14. 14 giugno 2012 alle 18:12

    Io ho ascoltato l’opera completa di Bach eseguita da Germani e da Goettsche dal vivo ed eseguita da Chapuis su disco e pure Stockmeier e Marie Claire Alain; quindi le mie osservazioni non sono peregrine ma ponderate.

  15. Anonimo
    8 dicembre 2012 alle 20:35

    Ciao Camillo grande Maestro e Grande organista sono Luciano il tuo amico chitarrista ma che fine hai fatto ?

    • Anonimo
      25 settembre 2016 alle 20:11

      Ci siamo sentiti per telefono qualche tempo addietro.

  16. Dr Valerio Pichini Paci
    9 aprile 2013 alle 12:06

    Fernando Germani – Una grande personalità artistica ed umana. Per decenni ha dominato la scena del concertismo internazionale. Negli ultimi anni (post 1976) iniziò gradualmente ad abbandonare l’attività, complice una reazione agli attacchi di cui fu, insieme al collega Vignalelli, bersaglio da parte dei sostenitori di quella riforma in chiave neoclassica nota sotto la denominazione di “Orgelbewegung”. Dotatissimo tecnicamente e con un fraseggio che anocta oggi emoziona, egli ha formato, grazie anche ad un suo eccezionale metodo, dei veri talenti. ne ricrodiamo solo alcuni: Arturo Sacchetti, Agostini, Van de Pol , Gottesche, Licata ed ultimo fra gli allievi l’abruzzese Roberto Marini che ne ha continuato l’opera arrivando dove il sommo Maestro non giunse: l’integrale di Max Reger. Un lavoro poderoso per capacità tecnica ed interpretativa che per 20 anni almeno resterà insuperato.

  17. 18 agosto 2016 alle 16:48

    Concordo pienamente che F.Germani rimarrå nella stpria dell’organo un grande interprete di tutta la letteratura organistica. Bach compreso! La rete dei cosí detti filologi, imprigiona studenti e interpreti in un’arida interpretazione.
    Grazie Maestro Germani!
    Pietpaolo Turetta

    • 25 settembre 2016 alle 20:24

      Io penso si dovrà addivenire ad una interpretazione definitiva come per pianoforte e violino, definendo anche la, tipologia di registri da usare per il repertorio di alcuni grandi autori , come scelta adeguata è stata compiuta per il repertorio di musica italiana , da parte di Luigi Celeghin che determinò la qualità di registri opportuni per certa tipologia di composizioni , durante i corsi estivi da lui tenuti.

  18. 25 settembre 2016 alle 20:13

    Luciano ci siamo sentiti per telefono tempo addietro.

  1. 12 ottobre 2010 alle 10:54

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