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Johannes-Ernst Köhler esegue l’Arte della Fuga di Bach all’organo

Souvenir, forse un po’ inusuale, della vacanza berlinese di quest’estate è questo doppio CD della Berlin Classics (Edel) contenente L’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach eseguita all’organo da Johannes-Ernst Köhler.
Ho notato che sono in commercio due diverse edizioni in CD della stessa registrazione: una datata 1996 con confezione jewel case doppia, e un’altra datata 2008 con la confezione in formato digipak. Non so se ci siano differenze tra le due rimasterizzazioni, nel dubbio ho pensato fosse meglio prendere l’edizione più recente.

Köhler è una mia vecchia conoscenza risalente agli anni novanta, quando ascoltai un doppio LP in cui eseguiva i Concerti per organo op. 4 di Handel sotto la direzione di Kurt Thomas, oggi disponibili in un CD singolo pubblicato sempre da Berlin Classics (0030172BC). L’approccio non certo filologico ma comunque chiaro e preciso, con una predilezione per i tempi lenti, ha reso quei dischi di Handel le mie incisioni di riferimento, persino dopo aver ascoltato diverse altre interpretazioni più o meno filologiche; a questo proposito apro una piccola parentesi Handeliana indicandovi come particolarmente meritevoli anche le incisioni di Neville Marriner con George Malcolm all’organo (Decca) e di Karl Richter che dirige dall’organo (cofanetto Teldec purtroppo fuori catalogo).

Copertina del CD "Handel: Organ Concertos Op. 4 - Johannes-Ernst Köhler / Kurt Thomas" Copertina del CD "Handel: Organ Concertos Op. 4 & 7 - George Malcolm / Neville Marriner" Copertina dell'album "Handel: Organ Concertos Op. 4 & 7 - Karl Richter"

Handel: Concerti per organo – Köhler (Berlin), Malcolm (Decca) e Richter (Teldec)

Tornando a Bach, ho deciso di prendere a scatola chiusa quest’edizione dell’Arte della fuga a seguito di poche semplici considerazioni. La prima, banalmente, riguardava il prezzo: 8,50 euro; per una cifra così irrisoria vale comunque la pena di tentare. In secondo luogo, il fatto che l’Arte della fuga richiedesse non uno ma due CD significava che la durata complessiva doveva superare gli 80 minuti e quindi che i tempi di esecuzione dovevano essere abbastanza rilassati. Poi conoscevo già l’organista e il suo stile, e non è cosa di poco conto. Infine il fatto che l’incisione risalisse agli anni settanta, periodo in cui la prassi filologica – che intendevo rifuggire – non aveva ancora preso piede, mi ha ulteriormente invogliato all’acquisto che si è poi rivelato un’ottima scelta.

L’organo utilizzato è l’Hildebrandt-Orgel della Wenzelskirche di Naumburg, prima del suo completo restauro eseguito tra il 1992 e il 2000. Si tratta di uno strumento veramente speciale in quanto fu testato e infine accettato sia da Johann Sebastian Bach che da Gottfried Silbermann, uno dei maggiori costruttori di organi d’Europa nell’epoca barocca. L’esecuzione è caratterizzata effettivamente da tempi rilassati; questo, unitamente all’assenza di variazioni repentine di velocità e ad un’opportuna scelta dei registri, lascia all’ascoltatore il gusto di seguire mentalmente l’intreccio delle voci delle fughe, che in fondo costituiscono il cuore dell’Arte della fuga.

Tra tutti i brani che costituiscono l’opera, meritano una menzione speciale per bellezza interpretativa (e ovviamente compositiva) i Contrapuncti X, XI e XVIII, da ascoltare e riascoltare per scoprire tutti i segreti della loro eleganza, volendo anche con l’ausilio della partitura stampata; in effetti l’Arte della fuga è considerata anche una significativa opera teorica e sperimentale, e il fatto che suoni magnificamente con qualsiasi strumento o quartetto o orchestra si desideri adottare la rende eccezionale.

L’organista dimostra di saper gestire abilmente la ricca tavolozza timbrica dell’organo, variando non di rado la registrazione anche nel mezzo dei singoli Contrapuncti e utilizzando tutte le famiglie di registri a disposizione.
L’unico caso in cui i registri potevano a mio avviso essere scelti diversamente è nel Contrapunctus VI, a 4, in stile francese, che, come dice anche il titolo, dovrebbe essere in stile francese, peccato che la registrazione scelta da Köhler non abbia pressoché nulla di francese. Wolfgang Rübsam, nella sua incisione dell’Arte della fuga (Naxos 8.5507034, 2 CD separati, 1992), non inserisce (purtroppo) quasi mai ance, men che meno il forte Bazuin 16′ (Trombone); l’unica eccezione è il Contrapunctus in stile francese, nel quale sfodera buona parte delle trombe del suo organo Flentrop (che riprende i canoni fonici dei rinomati organi barocchi olandesi), evidentemente da buon conoscitore dello stile organistico barocco francese nel quale le ance ricoprono un ruolo di primo piano.

CD Naxos 8.550703 CD Naxos 8.550704

Bach: L’Arte della Fuga Voll. 1 & 2 – Wolfgang Rübsam (Naxos, 1992)

A riempimento del secondo CD sono presenti quattro dei sei Concerti per organo di Bach; a mio avviso si tratta di quelli migliori e probabilmente i soli ad essere stati attribuiti effettivamente a Bach. Anche questo apparente riempitivo è di ottima qualità. L’organo in questo caso è un altro: il Silbermann della Katholische Hofkirche (Cattedrale) di Dresda, e Köhler adotta registrazioni molto gradevoli e ricercate; non ho dubbi nell’affermare che queste interpretazioni, datate 1973, tengono bene testa a quelle altrettanto interessanti di Karl Richter (Archiv Produktion 431 119-2, 1 CD, 1973) e di Fernando Germani (EMI 5 69328 2, fuori catalogo).

CD Archiv 431 119-2 CD EMI 5 69328 2

Bach: Concerti per organo – Karl Richter (Archiv) e Fernando Germani (EMI)

Dal punto di vista tecnico l’incisione è senza dubbio di qualità. Per quanto riguarda l’Arte della fuga, registrata nel 1970, la risposta in frequenza è grosso modo 35-19.500 Hz, quindi si ha una minima attenuazione delle più basse fondamentali dei registri di 16′ e una certa attenuazione delle fondamentali del Posaune 32′ che comunque non risultano mai tagliate del tutto. Questo piccolo difetto, in ogni caso, non pregiudica per nulla l’ascolto e l’alta fedeltà di questa registrazione; del resto una simile risposta è perfettamente in linea con quella delle incisioni dell’epoca. Per quanto riguarda i Concerti per organo, registrati solo 3 anni dopo, la risposta in frequenza migliora e si attesta su 25-19.500 Hz, permettendo di ascoltare chiaramente anche buona parte delle fondamentali del Großer Untersatz 32′ del Silbermann di Dresda; tutto ciò, naturalmente, altoparlanti permettendo.

Seguono le disposizioni dei due strumenti utilizzati; queste informazioni, non presenti nell’edizione del 2008 che non contiene alcun libretto, sono tratte dall’Archivio Osiris.


Organo Hildebrandt della Wenzelskirche di Naumburg

Organo Hildebrandt della Wenzelskirche di Naumburg
Foto tratta dal sito hussitenstaedte.net.
(Altre foto: die-orgelseite.de)

Disposizione fonica prima del restauro degli anni ’90

II. Hauptwerk
Prinzipal 16′
Quintadena 16′
Oktav 8′
Spillflöte 8′
Gedackt 8′
Oktav 4′
Spillflöte 4′
Quinte 2 2/3′
Oktav 2′
Weitpfeife 2′
Sesquialtera II
Kornett IV
Mixtur VIII
Bombarde 16′
Trompete 8′

Zymbelstern

I. Rückpositiv
Prinzipal 8′
Viola da Gamba 8′
Quintadena 8′
Rohrflöte 8′
Praestant 4′
Fugara 4′
Rohrflöte 4′
Nasat 2 2/3′
Oktav 2′
Rauschpfeife II
Zimbel V
Fagott 16′
Tremulant

III. Oberwerk
Bordun 16′
Prinzipal 8′
Hohlflöte 8′
Unda maris 8′
Praestant 4′
Gemshorn 4′
Quinte 2 2/3′
Oktav 2′
Waldflöte 2′
Terz 1 3/5′
Quinte 1 1/3′
Sifflöte 1′
Scharff V
Vox humana 8′

Pedal
Prinzipal 16′
Violon 16′
Subbass 16′
Oktav 8′
Violon 8′
Oktav 4′
Nachthorn 2′
Mixtur VII
Posaune 32′
Posaune 16′
Trompete 8′
Klarine 4′

Koppeln: HW/P, RP/P, OW/P, OW/HW, RP/HW.


Organo Silbermann della Katholische Hofkirche di Dresda

Organo Silbermann della Katholische Hofkirche di Dresda

Disposizione fonica

II. Hauptwerk (C,D-d”’)
Principal 16′
Bordun 16′
Octav-Principal 8′
Viol’ da gamba 8′
Rohrflöte 8′
Octave 4′
Spitzflöte 4′
Quinta 3′ (2 2/3′)
Octava 2′
Tertia 1 3/5′
Mixtur IV 2′
Cymbel III 1 1/3′
Cornet V (c’-d”’)
Fagott 16′
Trompete 8′

I. Brustwerk (C,D-d”’)
Gedackt 8′
Principal 4′
Rohrflöte 4′
Nasat 3′ (2 2/3′)
Octava 2′
Sesquialtera II 4/5′-1 3/5′
Quinta 1 1/2′ (1 1/3′)
Sifflet 1′
Mixtur III 1′
Chalumeau 8′ (G-d”’)

III. Oberwerk (C,D-d”’)
Quintaden 16′
Principal 8′
Unda maris 8′ (A-d”’)
Gedackt 8′
Quintaden 8′
Octave 4′
Rohrflöte 4′
Nasat 3′ (2 2/3′)
Octava 2′
Tertia 1 3/5′
Flageolet 1′
Mixtur IV 1 1/3′
Echo Cornet V (c’-d”’)
Vox humana 8′
Tremulant

Pedal (C,D-c’)
Großer Untersatz 32′
Principalbaß 16′
Octavbaß 8′
Octavbaß 4′
Mixtur VI 2 2/3′
Posaunenbaß 16′
Trompetenbaß 8′
Clarinbaß 4′

Copertina posteriore

Johann Sebastian Bach Die Kunst der Fuge The Art of Fugue BWV 1080 organ orgel orgue varhany disposition specification specifications stoplist stop list stops

  1. Lidia
    18 agosto 2011 alle 14:35

    ben scritto ed interessante, come sempre. Vedo che ora la cattedrale cattolica viene chiamata semplicmente “Kathedrale Ss. Trinitatis in Dresden” dal 1980, tralasciando l’antico nome Katholische Hofkirche, che la vedeva indissolubilmente legata alla Residenza dei Principi Elettori di Sassonia, cattolici. Inoltre è solamente dal 1963 che l’organo è stato progressivamente riportato alla forma originale, eliminando gli orpelli di due secoli di modifiche. Beh, saprò dire di più dopo esserci andata 😉

    • Albertus82
      18 agosto 2011 alle 14:58

      Grazie Lidia! Allora a presto!

  2. Capitanoachab
    30 ottobre 2011 alle 17:33

    ciao, belle recensioni. Attenzione però che il posaune 32′ dell’Hildebrandt è stato riattivato solo col restauro del 2000, per cui quello che senti è il 16′

    • Albertus82
      30 ottobre 2011 alle 20:50

      Ciao, ti ringrazio! Interessante la questione del restauro, credo che vada approfondita perché l’analizzatore di spettro mi conferma al 100% la presenza di un la-1 nel penultimo accordo del Contrapunctus 11, e dal momento che l’organo non ha altri registri di 32′, l’unico in grado di generare quella fondamentale a 27,5 Hz è proprio quel posaune 32′!

      • Capitanoachab
        25 agosto 2020 alle 15:26

        Ciao, mi rifaccio vivo debitamente invecchiato di 9 anni ed ho trovato la tua risposta solo oggi. Faccio notare che la disposizione fonica che riporti dell’Hildebrandt di Naumburg ante-restauro non ha alcuna ancia da 32′ ma ha un untersatz 32′ che probabilmente confonde le idee, anche considerando i mezzi di registrazione del periodo. Quanto al Silbermann della Hofkirche di Dresda ormai viene correntemente e giustamente definito Silbermann-Hildebrandt in quanto fu quest’ultimo ad intonarlo e montarlo essendo Silbermann morto durante i lavori, infatti è il meno Silbermann (e secondo me il migliore) dei Silbermann. Arrivederci al 2029, per me saranno 80 😉

      • Albertus82
        25 agosto 2020 alle 15:33

        Caro Capitano, sperando di non risentirti davvero tra dieci anni, nella disposizione dell’organo di Naumburg vedo un Posaune 32′ e nessun’anima di 32′. Al contrario, il Silbermann di Dresda ha l’Untersatz che dici tu. Mi sto perdendo qualcosa?

  3. Capitanoachab
    25 agosto 2020 alle 15:37

    Mi sopo perso un “non” che va inserito fra “disposizione fonica che” e “riporti” visto che la disposizione fonica riportata è quella post-restauro. mi scuso

    • Albertus82
      25 agosto 2020 alle 15:41

      Veramente la disposizione di Naumburg è quella pre-restauro; la presi a suo tempo dall’archivio Osiris: https://pastebin.com/YaPEex1u e il trombone di 32′ c’era!

  4. Capitanoachab
    25 agosto 2020 alle 15:44

    La disposizione fonica ante-restauro era molto diversa, lo strumento era stato “francesizzato” con parecchi fondi da 8′ e l’inserimento di un registro ad anima nel pedale da 32′. Ma ciò nonostante suonava talmente bene che Irene Greulich l’allora Cantorin di Naumburg registrò un paio di CD (1995 1996) con musiche “che non si sarebbero più potuto eseguire dopo il restauro”. Suonava ancora magnificamente per quanto castrato dalla trasmissione pneumatica. Sul restauro si potrebbero scrivere libri; per fortuna era disponibile una vasta documentazione fotografica eseguita negli anni ’30, inoltre avendo affidato i lavori durati sette anni ad Eule, specializzatissimo in strumenti Hildebrandt, è stato possibile riportare tutto alle origini. L’attuale Posaune 32′ ricorstruito sulla base del 16′ come misure, spiega perchè Bach non avesse richiesto l’Untersatz 32′ perchè suona di suo come un Violonbass quando unito ad un registro ad anima da 16′, un miracolo o quasi.

  5. Capitanoachab
    25 agosto 2020 alle 15:59

    1865 Organ repaired by Friedrich Ladegast, some changes made by Beyer
    removed, Posaune 32′ exchanged by Violonbass 32′
    non risulta sia più stato reinserito sino al restauro 1993/2000; tuttavia un giorno cercherò nel disordine della mia raccolta di CD quello della Greulich dove è riportata la disposizione fonica effettiva ante-restauro

  6. Albertus82
    25 agosto 2020 alle 16:04

    Molte delle cose che hai raccontato trovano riscontro anche nel documento dell’archivio Osiris; a questo punto devo però ritenere che ci sia un errore nella disposizione pre-1995. Se hai la disposizione completa prima del restauro e vuoi condividerla, provvederò ad aggiornare il post quanto prima. Grazie per le preziose informazioni che hai voluto condividere.

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