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Posts Tagged ‘fuori tema’

Gran Torino

19 marzo 2009 1 commento
Locandina di Gran Torino


Biglietto del cinema per Gran Torino

Capolavoro.

Melchiorre Gioia e la Repubblica Italiana

14 settembre 2008 2 commenti
Targa a Melchiorre Gioia

Prima di proporvi questo breve brano di Melchiorre Gioia, tratto da "Dissertazione sul problema: quale dei governi liberi meglio convenga alla felicità dell’Italia" (Opere minori), ricordo solo qualche data importante:
1767: nasce Melchiorre Gioia
1829: muore Melchiorre Gioia
1847: inizia il Risorgimento
1861: nasce il Regno d’Italia
1946: nasce la Repubblica Italiana

Buona lettura.

«Italiani di tutte le età, di tutte le condizioni! la natura vi chiama alla marina, all’agricoltura, all’arti, al commercio ed alle scienze. Ella vi ha prodigalizzato i suoi tesori, ella vuole che facciate una figura brillante in mezzo alle altre nazioni. Comparite dunque colle doti che vi sono necessarie: come uomini, la libertà; come socievoli, l’eguaglianza; come italiani, l’unione: cercate la forza nei buoni costumi e nelle virtù; l’entusiasmo nell’amor della gloria; la felicità in una sola repubblica indivisibile, o preparatevi a cadere nella tomba del dispotismo o nei vortici dell’anarchia».

(Fotografie di Giovanni Dall’Orto, 2007 – Licenza "Creative Commons")

Le nostre priorità

15 giugno 2008 2 commenti
Logo TG1 RAI

Ecco la scaletta del TG1 RAI di sabato 14/06/2008, edizione delle ore 13.30:

1 – Nazionale, appesi ai tulipani
2 – Nucleare: Teheran va avanti
3 – Discarica, rifiuti sotto scorta
4 – Morti sul lavoro, vittime clandestine
5 – Giappone, la terra trema
6 – Auto: metti l’acqua nel motore

Urge tornare a ragionare sul concetto di "informazione" e non solo…

Contra cannas (IV)

29 settembre 2007 3 commenti

Prima di tutto la notizia:

Coltivare marijuana in casa non è reato, assolto giovane

Se per uso personale. Lo dice il Tribunale di Cagliari

(ANSA) – CAGLIARI, 28 SET – Coltivare due piantine di marijuana sul terrazzo di casa non è reato: ma in caso di uso personale. Tribunale di Cagliari assolve giovane. Questi era stato denunciato dai Carabinieri ad agosto perché in casa erano state trovate due piante di marijuana. L’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste. Con ogni probabilità il giudice ha accolto le argomentazioni del difensore che ha richiamato una sentenza della Cassazione di maggio e una analoga del Gup di Cagliari di giugno.

La sentenza, o le sentenze, visti i riferimenti, sono per quanto mi riguarda, coerenti e finanche scontate: se è lecito girare con una dose personale di marijuana e al tempo stesso non è possibile né importarla né comprarla legalmente, è chiaro che queste dosi personali dovranno pure avere una possibile provenienza lecita. A prescindere dal fatto che tutto questo sia giusto o sbagliato, queste sentenze restituiscono almeno una qualche coerenza all’impianto legislativo che regolamenta queste questioni.

Per approfondimenti ulteriori, rimando ad alcuni precedenti articoli:
Contra cannas, Contra cannas (II), Contra cannas (III).

Parco Leonardo: città del futuro?

18 marzo 2007 1 commento

Oggi si va un po’ fuori tema…

Quello che ho provato passeggiando per Parco Leonardo, poco fuori Roma, è difficilmente descrivibile; una sensazione particolare, inquietante e stupefacente al tempo stesso, come accade spesso di fronte a troppe novità sperimentate tutte insieme. Non posso nemmeno dire se sia stata un’esperienza negativa o positiva, mi limito a definirla un’esperienza. Tenterò una concisa descrizione, corredata delle mie impressioni.

"Parco Leonardo" è un centro commerciale e residenziale insieme; si compone di alcuni ampi viali e varie piazze con belle aiuole, il tutto realizzato secondo precise geometrie. Sui lati dei viali sorgono molte palazzine, tutte di eguale altezza tra loro, cinque piani, e in colori non troppo dissimili. Oltre ad esse ci sono altre due costruzioni, la più grande delle quali ospita un enorme centro commerciale, il più grande d’Italia, dieci ettari di negozi di ogni genere, dislocati su due livelli. L’altra costruzione, anch’essa alquanto estesa, include, tra l’altro, il cinema, anche questo il più grande d’Italia e su due livelli; è questa una costruzione che, vista da fuori, pare inquietante perché non ha finestre, nessuna apertura per due piani, che poi sono l’equivalente di quattro, dato che una sala è alta più del doppio di un normale piano.
Le palazzine all’esterno del centro commerciale ospitano appartamenti, a centinaia, molti dei quali tutti uguali tra loro, e anche altri negozi. Le parole chiave sono linearità, uniformità, e, a dire la verità, è proprio questa una delle cose che mi hanno fatto pensare.

Parco Leonardo è un sistema chiuso, una città totalmente autosufficiente, il che rappresenta un altro elemento insolito. Le uniche vie d’accesso sono la adiacente stazione ferroviaria e la via Portuense, connessa anche con l’autostrada. Tali infrastrutture collegano egregiamente questo "mondo" con il resto, ma in ogni caso è praticamente già tutto disponibile all’interno: supermercato con oltre trenta casse, tanto per dare l’idea delle dimensioni, parrucchiere e decine di altri negozi per ogni esigenza; ma non solo, all’esterno del centro commerciale vi sono già dei residenti negli appartamenti e alcuni hanno avviato attività proprie; mi è capitato ad esempio di notare la presenza di un dentista, ben evidenziata dalle tende da sole del suo terrazzo, con su scritto "DENTISTA", a caratteri cubitali.

Altra caratteristica notevole: non vi sono veicoli che circolano nel centro residenziale, tutti devono lasciare l’auto negli adeguati parcheggi sotterranei, in grado di contenere migliaia di veicoli. Evidentemente la qualità dell’aria è un parametro che è stato preso in considerazione, oltre, naturamente, alla comodità di poter girare a piedi senza timori. Gli appartamenti abitati sono comunque ancora "pochi" (rispetto al totale), e vi sono anche vari edifici attualmente in costruzione.

Ciò che salta all’occhio è che ci si ritrova a interagire con dimensioni distanti qualche ordine di grandezza da quelle alle quali siamo abituati nella nostra vita, specialmente nelle nostre città, progettate inoltre spesso senza una geometria precisa: un negozio qui, uno lì; una farmacia tra il meccanico e il fruttivendolo, … e poi: vie non perfettamente rettilinee, né uniformemente larghe, e nemmeno palazzine tutte simili tra loro. Lì invece è tutto preciso: c’è la zona dei ristoranti (di ogni etnia), il "Palazzo dei divertimenti" (che include il cinema), gli altri negozi. E tutto enorme. Una cosa che ho notato con piacere è stata la pulizia: non ho trovato praticamente nulla fuori posto, stranamente pochissima immondizia. Infine il servizio di sicurezza, presente, è molto discreto e per notarlo bisogna proprio farci caso.

Mi è però venuto da riflettere, e non poco, su come vada evolvendosi la nostra civiltà. Che Parco Leonardo rappresenti un modellino di ciò che saranno le città del futuro? Sistemi chiusi, enormi e organizzati fino all’estremo? Si potrebbe dire: "non male, però!". Ma poi, all’"esterno" cosa rimarrebbe? Il degrado? Il mondo di coloro che, per un motivo o per l’altro, non possono permettersi questa vita di comodità? Insieme, ovviamente, ai rifiuti dei centri stessi… Lo so, mi sono lasciato prendere la mano, ma, insomma, li abbiamo visti tutti i film di fantascienza e questo sembra veramente un salto nel futuro. Un salto nel futuro pure per quel che riguarda le tecnologie: presenza di internet wireless, ad esempio; inoltre non mi è capitato di vedere nemmeno uno schermo che non fosse del tipo ultrapiatto a cristalli liquidi o al plasma; comprensibilmente dato che si tratta di strutture che risalgono al massimo a un paio d’anni fa.

In ogni caso è tutto studiato, progettato e realizzato per uno scopo fondamentale: far spendere soldi, in qualunque modo sia possibile, dalle caramelle ai vestiti, passando per l’elettronica e le slot machine. Lo si nota anche dalla struttura interna del centro commerciale, che invita il visitatore a girare senza smettere mai; le vie d’uscita sono presenti (tre, escludendo quelle d’emergenza) ma sono abbastanza defilate sicché uscirà solo chi ne avrà davvero voglia, magari per fumarsi una sigaretta, il che è giustamente vietato all’interno del centro, coperto.

Non può tuttavia mancare in questa sede un riferimento alla musica, ebbene sì. In un negozio di elettronica del centro commerciale sono in vendita anche CD di classica; sono in uno spazio ristretto ma almeno ci sono. Quel che è interessante è che i dischi della Universal (cioè Deutsche Grammophon, Decca, Philips) serie H (alto prezzo), sono disponibili a circa 15 euro, cioè 3 o 4 euro in meno rispetto ai prezzi tipici dei normali mediastore. Purtroppo però l’assortimento è molto limitato. Ci dovrebbe essere comunque, fuori dal centro commerciale, una libreria più fornita, si spera, di musica classica, ma non posso confermare poiché non ho fatto in tempo a visitarla.

In rete è possibile trovare fotografie e altra documentazione riguardante Parco Leonardo. I collegamenti utili si trovano a fine articolo; inoltre ho inserito le scansioni di alcune pagine tratte dalla brossura introduttiva disponibile gratuitamente presso il centro informazioni, le quali aiuteranno a comprendere la mia lacunosa descrizione e approssimativa. In ogni caso chi può ci faccia un salto, almeno per vedere cosa si prova.

Contra cannas (III)

10 ottobre 2006 5 commenti

Riporto una notizia così come appare oggi sul televideo di Mediaset, non mi pare il caso di aggiungere commenti.

IL GARANTE BLOCCA LE IENE

Privacy sul test antidroga ai deputati

Il Garante per la Privacy ha deciso di bloccare il servizio delle "Iene" sul test antidroga a 50 deputati (sedici onorevoli sono risultati positivi, dodici alla cannabis e quattro alla cocaina). Una nota dell’Autorità motiva la decisione parlando di raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute. "Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti", protesta Davide Parenti, autore delle Iene.

Maggiori informazioni sono disponibili nell’articolo di Tgcom e nel sito di Antonio Di Pietro.

Articolo su Televideo

Eroi

Iraq, 27/04/06: Tre carabinieri e un militare dell’esercito muoiono, in guerra, in seguito a un vile attentato. Eroi, giustamente.

Italia, 30/04/06: Un carabiniere muore, a Verona, investito da un pirata della strada ubriaco. Già non se ne sa più nulla.

L’Italia e il calcio

Non riesco più a sopportare che si adoperi il linguaggio calcistico in modo inopportuno, ossia al di fuori dello sport. Questo triste fenomeno si verifica in politica ormai da oltre dieci anni, per esempio. Si sente spesso di qualche politico che "scende in campo" (e non si tratta certo del campo di battaglia), questo è un tipo di espressione che rende perfettamente l’idea di quello che voglio dire, ma di esempi se ne potrebbero fare molti altri. Forse qualcuno pensa che questo sia l’unico modo per far capire certe cose alle persone? Facendo paragoni con situazioni calcistiche? Spero di no, ma potrebbe darsi, vista la dipendenza dal calcio che ci ritroviamo (e per fortuna non parlo per me). La cosa importante è comunque non scambiare il gioco con la realtà. Dal calcio non ci torna nulla (casomai ci costa) e magari se ne sente discutere nei bar, ma tutto finisce lì; la politica invece può determinare il nostro modo di vivere e non è possibile che, come per il calcio, se ne discuta in un bar e poi tutto finisca lì. I francesi (a parte i delinquenti sempre presenti ovunque) ci hanno dimostrato che è possibile farsi sentire. Noi non ci siamo mai fatti sentire seriamente né per l’università, né per il precariato, né per le truffe bancarie (e c’è sicuramente altro ancora); al massimo ci siamo fatti sentire per qualche squadra condannata alla retrocessione o a non potersi iscrivere al campionato (tra l’altro per motivi di legalità).

Giornalismo

7 aprile 2006 1 commento

Stamattina ho letto questa notizia, che mi ha sorpreso, e che riporto dal sito di Tgcom (testo in corsivo):

Agcom: Rai sanzioni la Annunziata

Par condicio, "Per puntata con premier"

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha accertato la violazione della normativa sulla par condicio da parte di Lucia Annunziata, conduttrice della trasmissione Rai "In mezz’ora", nella puntata con il premier Berlusconi. L’organismo di garanzia avrebbe perciò invitato la Rai ad assumere i provvedimenti del caso. La decisione è stata assunta a maggioranza.

L’Authority è tornata sul caso Annunziata su richiesta dell’Ufficio legale della Rai, che nei giorni scorsi aveva comunicato all’organismo di garanzia di aver già inviato quattro lettere di richiamo alla stessa conduttrice (che però non è dipendente di Viale Mazzini), al direttore del Tg3 Antonio Di Bella, al direttore di Raitre Paolo Ruffini e alla Palomar, che produce ‘In mezz’ora’.

L’Agcom ha chiesto così alla tv pubblica di assumere provvedimenti disciplinari contro Annunziata e i responsabili del programma. I commissari di centrosinistra hanno votato contro, a favore quelli del centrodestra e il presidente Calabrò.

Ho seguito entrambe le puntate della trasmissione di Lucia Annunziata e non ho dubbi sul fatto che lei sia stata un esempio di giornalismo per tutti i suoi colleghi. Inizialmente si era ritenuto che avesse pregiudizi nei confronti di Berlusconi, finché poi non è stata la volta di Prodi, il quale è stato messo in seria difficoltà anche lui dalla giornalista. Ma è così che si fa questo mestiere, ponendo domande anche e soprattutto scomode, cercando di far emergere il reale pensiero dell’interlocutore. Non si può pensare di porre domande comode, la cui risposta è spesso ovvia. Ci siamo abiutati, e anche i politici si sono abiutati, a giornalisti dalle domande comode e che a volte hanno addirittura paura a porre delle domande; per rendersene conto basta ripensare ai due duelli Berlusconi-Prodi che sono andati in onda su Raiuno e alle domande poste in quella sede.

Sia Prodi che Berlusconi hanno fatto delle brutte figure, incalzati dalle domande della Annunziata, e credo questa sia stata la dimostrazione più significativa della par condicio.

Ciò che è preoccupante è che questo problema del giornalismo non sarà limitato a questo periodo di campagna elettorale. Proprio per questo motivo l’informazione, almeno nel nostro paese, sta scomparendo, in favore di una falsa informazione fatta solo di quello che qualcuno vorrà dirci.

Contra cannas (II)

7 febbraio 2006 7 commenti

Torna alla ribalta il tema delle canne, messe, per così dire, "al bando" dal provvedimento approvato in vista dei giochi olimpici invernali di Torino. La mia posizione l’ho già espressa chiaramente in un mio precedente articolo. Sento che c’è decisamente qualcosa che non va: tutta l’opposizione si schiera, in fondo, in favore delle droghe leggere, sostenendo che sono state approvate norme proibizioniste, in cui si mette allo stesso livello cocaina e cannabis. Bisogna cercare di porsi alcune domande: il centrosinistra afferma che con questi provvedimenti si vanno a criminalizzare i giovani che fumano uno spinello, i quali rischiano la galera, mentre le mafie che controllano lo spaccio vero e proprio non saranno punite più di quanto già viene fatto. A parte che non gradisco per niente questa generalizzazione sui "giovani che fumano gli spinelli", ma evidentemente se lo spaccio c’è, è perché qualcuno compra la merce; scoraggiarne l’uso e, quindi l’acquisto, può portare alla riduzione del fenomeno, penso io. La reazione del centrosinistra mi lascia molto perplesso. Se tengono tanto agli spinelli, perché non liberalizzarli del tutto allora? Dov’è il problema? Si risolverebbe automaticamente anche il problema dello spaccio. Spero che ciò non avvenga, di droghe legalizzate ne abbiamo già a sufficienza.

È straordinario il concetto di dose per uso personale: lo spaccio è proibito, ma avere una dose personale no; viene da chiedersi come si possa ottenere legalmente una dose personale. Regna un’ipocrisia incredibile in questa faccenda; la mia impressione è che a sinistra si voglia permettere sotto banco l’uso delle droghe leggere. Ma perché sotto banco e non alla luce del sole? Di cosa si ha paura? Sarebbe bene che lo dicessero, altrimenti non si capisce dove sia il problema nell’inasprire le pene nei confronti di qualcosa che è già vietato fare. È forse un incitamento a violare le norme? Non ha senso. Come non ha senso la canna in generale, ma per considerazioni di questo tipo rimando al mio precedente articolo. Questo governo, secondo me, ha senza dubbio commesso un mare di errori, non ha di sicuro migliorato la situazione del paese, ma qualcosa di decente c’è stato: la legge contro il fumo nei locali pubblici ne è un raro esempio, quindi non è il caso di demonizzare proprio tutto il suo operato. No alle droghe, di qualunque genere esse siano, inclusi i superalcolici.