Archivio

Archive for the ‘Notizie e politica’ Category

Le nostre priorità

15 giugno 2008 2 commenti
Logo TG1 RAI

Ecco la scaletta del TG1 RAI di sabato 14/06/2008, edizione delle ore 13.30:

1 – Nazionale, appesi ai tulipani
2 – Nucleare: Teheran va avanti
3 – Discarica, rifiuti sotto scorta
4 – Morti sul lavoro, vittime clandestine
5 – Giappone, la terra trema
6 – Auto: metti l’acqua nel motore

Urge tornare a ragionare sul concetto di "informazione" e non solo…

Contra cannas (IV)

29 settembre 2007 3 commenti

Prima di tutto la notizia:

Coltivare marijuana in casa non è reato, assolto giovane

Se per uso personale. Lo dice il Tribunale di Cagliari

(ANSA) – CAGLIARI, 28 SET – Coltivare due piantine di marijuana sul terrazzo di casa non è reato: ma in caso di uso personale. Tribunale di Cagliari assolve giovane. Questi era stato denunciato dai Carabinieri ad agosto perché in casa erano state trovate due piante di marijuana. L’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste. Con ogni probabilità il giudice ha accolto le argomentazioni del difensore che ha richiamato una sentenza della Cassazione di maggio e una analoga del Gup di Cagliari di giugno.

La sentenza, o le sentenze, visti i riferimenti, sono per quanto mi riguarda, coerenti e finanche scontate: se è lecito girare con una dose personale di marijuana e al tempo stesso non è possibile né importarla né comprarla legalmente, è chiaro che queste dosi personali dovranno pure avere una possibile provenienza lecita. A prescindere dal fatto che tutto questo sia giusto o sbagliato, queste sentenze restituiscono almeno una qualche coerenza all’impianto legislativo che regolamenta queste questioni.

Per approfondimenti ulteriori, rimando ad alcuni precedenti articoli:
Contra cannas, Contra cannas (II), Contra cannas (III).

Contra cannas (III)

10 ottobre 2006 5 commenti

Riporto una notizia così come appare oggi sul televideo di Mediaset, non mi pare il caso di aggiungere commenti.

IL GARANTE BLOCCA LE IENE

Privacy sul test antidroga ai deputati

Il Garante per la Privacy ha deciso di bloccare il servizio delle "Iene" sul test antidroga a 50 deputati (sedici onorevoli sono risultati positivi, dodici alla cannabis e quattro alla cocaina). Una nota dell’Autorità motiva la decisione parlando di raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute. "Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti", protesta Davide Parenti, autore delle Iene.

Maggiori informazioni sono disponibili nell’articolo di Tgcom e nel sito di Antonio Di Pietro.

Articolo su Televideo

Eroi

Iraq, 27/04/06: Tre carabinieri e un militare dell’esercito muoiono, in guerra, in seguito a un vile attentato. Eroi, giustamente.

Italia, 30/04/06: Un carabiniere muore, a Verona, investito da un pirata della strada ubriaco. Già non se ne sa più nulla.

L’Italia e il calcio

Non riesco più a sopportare che si adoperi il linguaggio calcistico in modo inopportuno, ossia al di fuori dello sport. Questo triste fenomeno si verifica in politica ormai da oltre dieci anni, per esempio. Si sente spesso di qualche politico che "scende in campo" (e non si tratta certo del campo di battaglia), questo è un tipo di espressione che rende perfettamente l’idea di quello che voglio dire, ma di esempi se ne potrebbero fare molti altri. Forse qualcuno pensa che questo sia l’unico modo per far capire certe cose alle persone? Facendo paragoni con situazioni calcistiche? Spero di no, ma potrebbe darsi, vista la dipendenza dal calcio che ci ritroviamo (e per fortuna non parlo per me). La cosa importante è comunque non scambiare il gioco con la realtà. Dal calcio non ci torna nulla (casomai ci costa) e magari se ne sente discutere nei bar, ma tutto finisce lì; la politica invece può determinare il nostro modo di vivere e non è possibile che, come per il calcio, se ne discuta in un bar e poi tutto finisca lì. I francesi (a parte i delinquenti sempre presenti ovunque) ci hanno dimostrato che è possibile farsi sentire. Noi non ci siamo mai fatti sentire seriamente né per l’università, né per il precariato, né per le truffe bancarie (e c’è sicuramente altro ancora); al massimo ci siamo fatti sentire per qualche squadra condannata alla retrocessione o a non potersi iscrivere al campionato (tra l’altro per motivi di legalità).

Giornalismo

7 aprile 2006 1 commento

Stamattina ho letto questa notizia, che mi ha sorpreso, e che riporto dal sito di Tgcom (testo in corsivo):

Agcom: Rai sanzioni la Annunziata

Par condicio, "Per puntata con premier"

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha accertato la violazione della normativa sulla par condicio da parte di Lucia Annunziata, conduttrice della trasmissione Rai "In mezz’ora", nella puntata con il premier Berlusconi. L’organismo di garanzia avrebbe perciò invitato la Rai ad assumere i provvedimenti del caso. La decisione è stata assunta a maggioranza.

L’Authority è tornata sul caso Annunziata su richiesta dell’Ufficio legale della Rai, che nei giorni scorsi aveva comunicato all’organismo di garanzia di aver già inviato quattro lettere di richiamo alla stessa conduttrice (che però non è dipendente di Viale Mazzini), al direttore del Tg3 Antonio Di Bella, al direttore di Raitre Paolo Ruffini e alla Palomar, che produce ‘In mezz’ora’.

L’Agcom ha chiesto così alla tv pubblica di assumere provvedimenti disciplinari contro Annunziata e i responsabili del programma. I commissari di centrosinistra hanno votato contro, a favore quelli del centrodestra e il presidente Calabrò.

Ho seguito entrambe le puntate della trasmissione di Lucia Annunziata e non ho dubbi sul fatto che lei sia stata un esempio di giornalismo per tutti i suoi colleghi. Inizialmente si era ritenuto che avesse pregiudizi nei confronti di Berlusconi, finché poi non è stata la volta di Prodi, il quale è stato messo in seria difficoltà anche lui dalla giornalista. Ma è così che si fa questo mestiere, ponendo domande anche e soprattutto scomode, cercando di far emergere il reale pensiero dell’interlocutore. Non si può pensare di porre domande comode, la cui risposta è spesso ovvia. Ci siamo abiutati, e anche i politici si sono abiutati, a giornalisti dalle domande comode e che a volte hanno addirittura paura a porre delle domande; per rendersene conto basta ripensare ai due duelli Berlusconi-Prodi che sono andati in onda su Raiuno e alle domande poste in quella sede.

Sia Prodi che Berlusconi hanno fatto delle brutte figure, incalzati dalle domande della Annunziata, e credo questa sia stata la dimostrazione più significativa della par condicio.

Ciò che è preoccupante è che questo problema del giornalismo non sarà limitato a questo periodo di campagna elettorale. Proprio per questo motivo l’informazione, almeno nel nostro paese, sta scomparendo, in favore di una falsa informazione fatta solo di quello che qualcuno vorrà dirci.

Contra cannas (II)

7 febbraio 2006 7 commenti

Torna alla ribalta il tema delle canne, messe, per così dire, "al bando" dal provvedimento approvato in vista dei giochi olimpici invernali di Torino. La mia posizione l’ho già espressa chiaramente in un mio precedente articolo. Sento che c’è decisamente qualcosa che non va: tutta l’opposizione si schiera, in fondo, in favore delle droghe leggere, sostenendo che sono state approvate norme proibizioniste, in cui si mette allo stesso livello cocaina e cannabis. Bisogna cercare di porsi alcune domande: il centrosinistra afferma che con questi provvedimenti si vanno a criminalizzare i giovani che fumano uno spinello, i quali rischiano la galera, mentre le mafie che controllano lo spaccio vero e proprio non saranno punite più di quanto già viene fatto. A parte che non gradisco per niente questa generalizzazione sui "giovani che fumano gli spinelli", ma evidentemente se lo spaccio c’è, è perché qualcuno compra la merce; scoraggiarne l’uso e, quindi l’acquisto, può portare alla riduzione del fenomeno, penso io. La reazione del centrosinistra mi lascia molto perplesso. Se tengono tanto agli spinelli, perché non liberalizzarli del tutto allora? Dov’è il problema? Si risolverebbe automaticamente anche il problema dello spaccio. Spero che ciò non avvenga, di droghe legalizzate ne abbiamo già a sufficienza.

È straordinario il concetto di dose per uso personale: lo spaccio è proibito, ma avere una dose personale no; viene da chiedersi come si possa ottenere legalmente una dose personale. Regna un’ipocrisia incredibile in questa faccenda; la mia impressione è che a sinistra si voglia permettere sotto banco l’uso delle droghe leggere. Ma perché sotto banco e non alla luce del sole? Di cosa si ha paura? Sarebbe bene che lo dicessero, altrimenti non si capisce dove sia il problema nell’inasprire le pene nei confronti di qualcosa che è già vietato fare. È forse un incitamento a violare le norme? Non ha senso. Come non ha senso la canna in generale, ma per considerazioni di questo tipo rimando al mio precedente articolo. Questo governo, secondo me, ha senza dubbio commesso un mare di errori, non ha di sicuro migliorato la situazione del paese, ma qualcosa di decente c’è stato: la legge contro il fumo nei locali pubblici ne è un raro esempio, quindi non è il caso di demonizzare proprio tutto il suo operato. No alle droghe, di qualunque genere esse siano, inclusi i superalcolici.

Università…

18 ottobre 2005 6 commenti
È incredibile vedere come i mezzi di comunicazione (o di informazione, anche se ormai non credo sia opportuno definirli come tali) ignorino ciò che sta succedendo nelle università italiane. Uno dei corsi che seguo è sospeso ormai da oltre una settimana. Tuttavia molti non sanno ancora bene perché… Seguendo i telegiornali non se ne viene a capo, anche perché la questione viene completamente ignorata… In ballo c’è il nostro futuro di studenti ed eventualmente ricercatori, ma, guardando un po’ più dall’alto la situazione, c’è in ballo l’intero sistema universitario. Credo che, non so se per volontà di questo governo (può benissimo essere!!), si stia cercando di rendere il più possibile ignoranti gli italiani, cioè l’elettorato. Veramente è già da un po’ di tempo che ho quest’impressione. Vogliono renderci pecore, che subiscono e non si ribellano e non perché rassegnate, ma perché non sanno di doversi/potersi ribellare. Concludo dicendo che da quando è cominciata la globalizzazione è iniziato il problema; il sogno dei potenti è renderci semplicemente degli acquirenti senza cervello, o meglio con la mente offuscata dalla pubblicità; per farlo è necessario che annullino la nostra capacità critica, la nostra intelligenza.

Contra calcem

30 luglio 2005 4 commenti

Sempre più spesso mi domando in che razza di paese io viva… Un paese in cui diecimila tifosi del Genova invadono in corteo le vie della città, bloccano il casello autostradale o il porto, perché la loro squadra è stata retrocessa in serie C per "illecito sportivo"! Ora, al di là del fatto che le regole sono regole e che quindi non si possono comprare le partite, a prescindere ora da quale sia la realtà, che non conosco (ma immagino che neanche quei diecimila sappiano bene come siano andate le cose), io non ci posso credere. Non posso credere che il calcio sia così importante per queste persone, tantopiù ora che si è ridotto praticamente ad un mercato in cui, oltretutto, chi paga è chi va allo stadio e chi vede le partite a pagamento. Quando c’è stata la crisi della Parmalat non mi pare di aver visto nessun corteo a reclamare i propri risparmi che erano stati investiti in una società che le banche SAPEVANO essere sull’orlo del baratro (almeno finanziariamente); è questo l’assurdo di questo paese, e di esempi se ne potrebbero fare a decine.

Certo, il calcio dà emozioni, non voglio assolutamente denigrarlo come sport; il fatto è che, ormai, in Italia, il calcio (e non solo il calcio) non è più uno sport, ma un commercio, e mi sorprende che in tanti non se ne siano ancora accorti. Lo scandalo del calcio-scommesse, le false fideiussioni… ma non va forse tutto a danno di chi vuole un calcio vero? Per farlo tornare ad essere uno sport penso ci sia un solo modo: non finanziarlo più. Certo è che, se diecimila genovesi vivono per il calcio, in un paese dove al parlamento si è approvato il "salva-calcio" (ma perché IO devo essere costretto a pagare per coprire i debiti delle società di calcio?), e dove il primo ministro è presidente di una squadra di calcio, penso proprio che bisognerà sopportare ancora a lungo.

Il "salva-calcio" è uno scandalo. In un’economia globale e libera non si può favorire una società piuttosto che un’altra. Perché le società di calcio italiane (e la FIAT) devono essere avvantaggiate rispetto a le altre società di tutto il mondo? Ci dicono: "perché non ci può rimettere la gente, che vuole vedere il calcio", ma, così facendo, è proprio la gente che ci rimette.

Veniamo presi in giro continuamente in questo paese, ma, alla luce di quanto è successo, forse la maggior parte di noi se lo merita.