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Archive for settembre 2006

Bach: Organ Works – Karl Richter

25 settembre 2006 6 commenti
Copertina dell'album: Bach Orgelwerke Karl Richter

Le incisioni organistiche di Karl Richter per la Deutsche Grammophon sono state per anni una rarità; nel tempo si sono susseguiti in catalogo diversi album contenenti una parte delle registrazioni, questi venivano poi regolarmente posti fuori stampa dopo qualche anno dal rilascio; solo per il mercato giapponese fu reso disponibile per un certo periodo un box di cinque dischi (Archiv POCA 2023/7 435 130-2, rilasciato nel 1991). Poi finalmente all’inizio del 2005 è uscito questo cofanetto contenente tre CD che non dovrebbero mancare agli amanti della musica per organo. Qui c’è tutto il Bach organistico inciso da Richter per la Deutsche Grammophon, ad eccezione dei concerti per organo, disponibili in un CD separato (Archiv 431 119-2) che però al momento risulta “stranamente” fuori catalogo.

Compositore: Johann Sebastian Bach
Titolo: Orgelwerke (Organ Works · Œuvres pour orgue)
Organista: Karl Richter
Casa discografica: Deutsche Grammophon
Anno delle registrazioni: 1964, 1966, 1967, 1968, 1978 ADD
Serie: The Originals (medio prezzo)
Data di uscita sul mercato internazionale: 01/02/2005
Numero di catalogo: 477 5337 – EAN: 0028947753377
Formato: 3 CD in box di plastica jewel case.

Contenuto:
Sonate a tre voci BWV 525, 526, 529
Toccate e fughe BWV 538, 540, 565
Preludi e fughe BWV BWV 532, 543, 544, 546, 548, 552
Fantasia e fuga BWV 542
Passacaglia e fuga BWV 582
Canzona BWV 588
Corali BWV 645, 650, 654
Partite BWV 767, 768

Tutte le composizioni sono state eseguite tra il 1964 e il 1968 all’organo Marcussen & Søn della Jægersborg Kirke di Copenaghen (che campeggia con le sue trombe anche sulla copertina del box), escluse BWV 538, 582 e 768 registrate invece nel 1978 al Grande organo Silbermann della cattedrale di Freiberg, del quale sono disponibili ulteriori informazioni in un precedente articolo. In fondo a questo articolo sono pubblicate le disposizioni foniche di entrambi gli strumenti tratte dal libretto allegato al presente cofanetto.

Ascoltando queste interpretazioni non si può non riconoscere un profondo rispetto della partitura, in particolare nella precisione nei tempi; questa caratteristica non è però sinonimo di scarsa sensibilità, Richter fa infatti saggio uso delle registrazioni possibili sullo strumento, qualsiasi esso sia; del resto era sua abitudine variare a mano le combinazioni di registri persino nel bel mezzo di esecuzioni dal vivo e senza alcun tentennamento. In questo senso una menzione speciale spetta alla passacaglia e fuga BWV 582, interpretata in modo insolito rispetto alla prassi odierna (per es. Wolfgang Rübsam, Hans Fagius, Marie-Claire Alain) che la vuole eseguita con l’Organo Pleno seguendo tra l’altro fedelmente l’indicazione riportata su di uno spartito ritenuto attendibile; Richter, come detto, si distingue poiché, cominciando fondamentalmente con un flauto al manuale e un basso al pedale, realizza un crescendo che culmina verso il termine della passacaglia, suonato effettivamente con l’Organo Pleno, prima dell’inizio del thema fugatum. In quest’aspetto si avvicina all’interpretazione di Helmut Walcha, il quale però inizia con una registrazione già più ricca (ma senza ripieni e ance, per intenderci) e procede più speditamente. Anche la fantasia e fuga BWV 542 e il preludio e fuga BWV 544 sono da ascoltare per la singolare scelta dei registri.

Copertina dell'album Archiv POCA 2023/7 435 130-2, 1991
Edizione giapponese (5 CD) [Retro]
Copertina dell'album Archiv 431 119-2, 1990
Concerti per organo BWV 592-597

L’interpretazione della toccata e fuga “Dorica” BWV 538 è veramente imperdibile: Richter predilige uno stile molto legato ed effettua diversi cambi di manuale sfruttando appieno lo storico Silbermann. Dopo l’ascolto, il rischio di non poter avere altra “Dorica” all’infuori di questa è decisamente elevato.

Richter dà inoltre lezioni di tecnica e virtuosismo in molte occasioni, in particolare nelle fughe dei BWV 532 e 548, eseguite a velocità precluse ai più mantenendo al tempo stesso distinguibile ogni singola nota; in proposito c’è da ascoltare anche la conclusione del preludio e fuga BWV 543.

I corali BWV 645, 650 e 654 sono caratteristici per le scelte timbriche adottate; l’esecuzione del primo, »Wachet auf, ruft uns die Stimme« (tradotto “Svegliatevi, la voce ci chiama”), è ancora più particolare a causa del tempo molto dilatato; questa scelta non è affatto casuale: Kieth Engen racconta che Richter, rispondendo a dei giovani americani che gli domandavano perché lo eseguisse così lentamente, disse che, in fondo, questo corale è una sveglia, “Wachet auf”, e quindi non dovrebbe essere eseguito con veemenza ma, al contrario, con tranquillità e dolcezza.

Unici nei, volendo proprio essere pignoli, sono la toccata BWV 565, che poteva forse essere “aggredita” di più nella parte iniziale, a cominciare dai celeberrimi mordenti, e suonata un po’ più velocemente (ottima invece la fuga: chiara, brillante, precisa), e le partite diverse sopra »Sei gegrüßet, Jesu gütig« BWV 768, non sempre eccellenti; di alcune variazioni, ad esempio la penultima, possono essere preferibili le esecuzioni più “recitate” di Wolfgang Rübsam o Helmut Walcha.

L’organo Marcussen (Copenaghen), strumento di costruzione moderna (1944) ma ispirato alla tradizione barocca tedesca, è caratterizzato da sonorità brillanti e nel complesso bilanciate; dispone in particolare di un registro di tromba orizzontale che Richter inserisce sovente insieme al ripieno producendo un effetto gradevole nonché insolito e mettendo in luce dei dettagli delle partiture bachiane che rimarrebbero altrimenti nascosti nell’amalgama.
Lo strumento di Freiberg è invece un autentico organo barocco germanico di dimensioni ragguardevoli e con caratteristiche foniche tali da permettere una grande espressività nell’esecuzione grazie alla presenza di registri forti e brillanti insieme a numerose file di ripieni acuti e gravi, e al tempo stesso di registri dolci come i flauti, la Vox humana e il Krumbhorn (Cromorno). Lo strumento non era in condizioni perfette in occasione di queste registrazioni; si può infatti notare un effetto lievemente “asmatico”, specialmente quando vengono inseriti molti registri; tuttavia in un organo storico tale difetto è certamente tollerabile se non proprio caratteristico. È interessante sapere che lo strumento è stato oggetto di un profondo restauro qualche anno dopo, di conseguenza le caratteristiche foniche sono cambiate e le presenti incisioni (BWV 538, 582, 768) raccontano una voce che non c’è più.

Non esiste di Richter un’esecuzione integrale del Bach organistico, di conseguenza questi dischi sono vere e proprie perle rimaste tra gli scaffali degli archivi Deutsche Grammophon per molti lunghi anni. Scomparso a soli 54 anni, probabilmente Richter avrebbe continuato il lavoro di incisione del Bach organistico che aveva ripreso nel 1978 a Freiberg incidendo quella Passacaglia che, insieme con la Matthäus-Passion del 1979, rappresenta in qualche modo il suo testamento artistico, ciò che resta dell’interpretazione non strettamente filologica al tempo in cui gli artisti potevano permettersi una seppur minima libertà in questo senso, senza rischiare d’essere trattati come eretici.

L’immagine che segue è tratta dal libretto contenuto nel cofanetto e riporta puntualmente gli LP originali che contenevano queste registrazioni:

Incisioni originali Deutsche Grammophon e Archiv Produktion con Karl Richter all'organo

Ecco due autorevoli commenti su queste registrazioni, tratti sempre dal libretto:

«Some of the most exciting organ playing ever recorded» [Jægersborg recordings]
International Classical Record Collector, 1999

«One of Karl Richter’s very finest records and given a superlative recording, which is quite in a class of its own. Even a sustained pedal note (which usually causes a feeling of strain) is handled by the engineers with aplomb, and the sound remains clear in the spectacular cadences. The organ is a new one at Jægersborg, near Copenhagen. The builders have attempted to simulate the principals and action of a baroque instrument, and the result is highly effective. Richter’s registration is perceptive in its choice of the right timbres for each piece (notably so in the Trio Sonata), and his control of the fugues is no less impressive. This is one of the finest available accounts of the famous Toccata and Fugue in D minor»
Penguin Guide, 1975

Senza dubbio si tratta di un box raccomandabile, anche a chi non ha nessun’altra esecuzione di questi cavolavori di Bach. La qualità tecnica delle registrazioni è alta: rumore di fondo trascurabile, ottima stereofonia, dinamica e alta fedeltà per le frequenze tra 25 e 20.000 Hz, solo le note più basse dell’Untersatz 32′ (solo Silbermann di Freiberg) hanno la fondamentale un po’ attenuata, ma fortunatamente non tagliata; comunque solo pochi altoparlanti sono capaci di riprodurre frequenze tanto basse. Il libretto allegato specifica che è stata effettuata una rimasterizzazione con campionamento a 96 kHz e 24 bit a partire dai nastri originali, il che ha portato evidentemente a ottimi risultati:

Forma d'onda del terzo CD Spettrogramma del terzo CD
Forma d’onda e spettrogramma del terzo CD (cliccare per ingrandire)

Disposizioni foniche degli organi utilizzati

Organo Marcussen & Søn (Copenaghen)
Marcussen & Søn (Copenaghen)
Organo Gottfried Silbermann (Freiberg)
Gottfried Silbermann (Freiberg)

Copertina posteriore Copertina posteriore

organ orgel orgue varhany disposition specification specifications stoplist stop list stops Copenhagen 4988005245915 Japan 4775337 477 533-7 0028947753377 028947753377

L’organo della Basilica di San Pietro in Vaticano

17 settembre 2006 1 commento

La descrizione che segue tra virgolette è tratta dal sito del maestro Federico Borsari, che ringrazio molto per la cortese disponibilità.

«Oggi ci occuperemo di uno strumento che, pur non rivestendo particolari caratteristiche né come dimensioni né come qualità foniche, di diritto si inserisce nel novero dei ‘Grandi Organi’ per via del luogo ove esso si trova ad operare: la Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano.
Il suono di questo strumento lo conosciamo tutti per averlo almeno una volta nella vita ascoltato in televisione durante le trasmissioni delle celebrazioni religiose del Sommo Pontefice. Di questo strumento però si sa poco o nulla, perchè si tratta di un’organo che ha una particolarità: non viene e non verrà mai usato né per concerti né per incisioni discografiche. Sotto le mani dell’amico James Edward Goettsche, Organista Titolare, questo strumento è esclusivamente dedicato al servizio liturgico e come tale viene utilizzato. Ecco il motivo per cui riteniamo di doverne fornire qualche notizia in più.
Questo organo è stato costruito da Tamburini nel 1962 unificando due precedenti strumenti, realizzati rispettivamente da Walcker nel 1894 e da Bossi nel 1902, entrambi su due tastiere e pedaliera e con trasmissione pneumatica. Nell’occasione Tamburini, oltre ad installare la trasmissione elettrica, ampliò la disposizione fonica degli strumenti, aggiungendo diversi registri a forte pressione (tra cui diverse ancie), ingrandendone le casse e dotando i due corpi d’organo di un sistema di ruote di tipo aeronautico azionate da servomotori elettrici per consentirne lo spostamento (ma i due corpi d’organo non si sono mai mossi dalla loro collocazione “storica”).
I corpi d’organo, secondo la tradizione liturgica, sono situati nel transetto della Basilica, rispettivamente in Cornu Epistulae ed in Cornu Evangelii. Il primo corpo d’organo comprende i registri della seconda e terza tastiera (ex organo Walcker), il secondo quelli della prima e della quarta (ex organo Bossi). I registri di pedale sono ripartiti nei due corpi come da necessità foniche. La consolle è posta accanto al corpo d’organo di sinistra all’interno degli stalli destinati alle cantorie. La trasmissione è elettrica. Una decina di anni fa questo strumento è stato dotato anche di una nuovissima consolle mobile dotata di sistema di trasmissione dati via onde radio, che può essere spostata agevolmente in ogni angolo della Basilica (ed è questa che viene utilizzata in occasione delle celebrazioni liturgiche pontificali che si svolgono nella piazza antistante la Basilica mentre il suono degli organi interni viene convogliato attraverso diversi microfoni nell’impianto di amplificazione e diffusione della piazza stessa).
Fonicamente parlando, questo strumento non ci riserva alcuna sorpresa. Si tratta di un normale, e neppur tanto grande, organo eclettico, tipico dell’epoca in cui è stato concepito. È comunque rimarchevole la presenza di numerosi registri, soprattutto ad ancia, a forte pressione, necessari a rendere più pieno e potente il suono che, purtuttavia, data l’enormità dell’ambiente in cui opera, si rivela appena sufficiente. È però doveroso dire che dato l’uso rigorosamente liturgico e di accompagnamento a cui è destinato, questo organo assolve pienamente ai suoi compiti istituzionali.»

(Tratto da http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/organi/euro09.html)

ORGANO TAMBURINI (1962)

Prima tastiera
Principale 16′
Principale Forte 8′
Principale Dolce 8′
Flauto 8′
Ottava 4′
Duodecima 2 2/3′
Decimaquinta 2′
Decimasettima 1 3/5′
Ripieno 6 file 1 1/3′
Ripieno 5 file 2′
Tromba 8′

Seconda tastiera
Sub-diapason 16′
Principale stentor 8′
Diapason 8′
Principale 8′
Ottava diapason 4′
Prestante 4′
Duodecima 2 2/3′
Decimaquinta 2′
Gran Ripieno 7 file 2′
Ripieno Acuto 5 file 1′
Cimbalo 3 file ½’
Flauto aperto 8′
Corno di camoscio 8′
Tromba bassa 16′
Tromba forte 8′
Tromba a squillo 8′
Tromba orizzontale 8′
Tromba a squillo 4′

Terza tastiera
Principale di legno 8′
Ripieno 5 file
Tibia profunda 16′
Bordone 8′
Tibia 8′
Flauto in selva 4′
Nazardo 2 2/3′
Flauto silvestre 2′
Viola forte 8′
Fugara 4′
Voce celeste 8′
Tromba armonica 8′
Tuba 8′
Tuba clarion 4′
* Tremolo

Quarta tastiera
Diapason 8′
Ottava diapason 4′
Bordone 8′
Flauto orchestrale 4′
Ottavino 2′
Viola 8′
Voce celeste 8′
Tromba bassa 16′
Tromba forte 8′
Tromba armonica 8′
Tromba a squillo 8′
Tromba orizzontale 8′
Trombina 4′
Tromba squillo 4′
* Tremolo

Pedale I Sezione
Acustico 32′
Diapason 16′
Gran quinta 10 2/3′
Ottava 8′
Ottava 4′
Tibia profunda 16′
Subbasso 16′
Flauto basso 8′
Violone contrabbasso 16′
Violone 8′
Tromba bassa 16′
Trombone 16′
Trombone 8′
Tromba forte 8′
Clarone 4′

Pedale II Sezione
Basso acustico 32′
Contrabbasso 16′
Principale 16′
Basso 8′
Ottava 4′
Subbasso 16′
Bordone 8′
Bombarda 16′
Tromba 8′

IL PROGETTO FRANCESE MAI REALIZZATO

La storia dell’organo della Basilica di San Pietro in Vaticano non è così semplice come si potrebbe supporre. L’attuale organo Tamburini è stato costruito solo nel 1962 e in passato erano stati proposti (e mai realizzati) altri progetti per la verità più grandiosi del presente. Aristide Cavaillé-Coll, il più grande tra gli organari europei dell’800, stese il primo progetto per l’organo della Basilica, che contava 124 registri, e nel 1875 lo presentò personalmente a Papa Pio IX. Nonostante gli apparenti elogi e le promesse del pontefice, il Vaticano non diede mai il via ai lavori. Altri artisti dell’epoca, tra cui Franz Liszt, manifestarono il loro sostegno nei confronti di Cavaillé-Coll per supportarlo in questa impresa che però appariva sempre più utopica. Nel 1884, nove anni dopo il primo tentativo, Cavaillé-Coll presentò per la seconda volta il suo progetto al nuovo Papa Leone XIII e qualche anno dopo gli donò anche un modellino in scala 1:10 del futuro strumento, ma anche questa volta la vicenda non ebbe alcun seguito. Il successore di Cavaillé-Coll, M. Charles Mutin, ampliò il progetto e propose a Pio X uno strumento dotato di 150 registri. La magnificenza del nuovo progetto era tale che Jean Huré scrisse: "è di tale bellezza e perfezione da rendere inutile ogni commento; […] non posso che esprimere la mia piena ammirazione per una concezione così logica ed ispirata; […] è per me un vero piacere poter ammirare un progetto d’organo senza avanzare alcuna benché minima riserva e potermi felicitare ancora una volta col nostro grande organaro francese" (cit. C. Moretti, "L’organo italiano", Casa musicale Eco, terza ediz.). La prima guerra mondiale era alle porte e, per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione dello strumento, si riunì un comitato presieduto da Charles-Marie Widor che poi inviò il ricavato in Vaticano. Tuttavia il denaro non fu investito nella realizzazione del sofferto progetto dato che, dopo lo scoppio della guerra, si rese necessario rinnovare il pavimento del coro di San Pietro.

A seguire sono pubblicati i progetti, mai realizzati, prima di Cavaillé-Coll e poi di Mutin, tratti da Corrado Moretti, "L’organo italiano", terza ed., Casa musicale Eco. Quello che è certo è che le potenzialità di questi progetti non hanno nulla a che vedere con quelle dello strumento attuale.

Per ulteriori informazioni su come si sia arrivati all’organo attualmente in esercizio, consiglio di leggere un articolo (diviso in quattro parti) sul sito organoacanne.altervista.org di Giuseppe Distaso (Parte [I], [II], [III], [IV]).

PROGETTO CAVAILLÉ-COLL

L'organo progettato da Aristide Cavaillé-Coll per la basilica di San Pietro
Immagine tratta dal sito organoacanne.altervista.org

Pedale (30 note)
Basso acustico 32′
Principale basso 32′
Diapason (Montre) 32′
Contrabbasso 16′
Gran Quinta 10 2/3′
Principale 8′
Gran Terza 6 2/5′
Quinta 5 1/3′
Settima 4 4/7′
Ottava 4′
Gran Bordone 32′
Gran Flauto 16′
Subbasso 16′
Flauto 8′
Flauto tappato 8′
Violone 16′
Violoncello 8′
Contro Bombarda 32′
Bombarda 16′
Quinta di Bombarda 10 2/3′
Tromba 8′
Clarone 4′

Grand’organo (56 note)
Principale doppio (Montre) 16′
Diapason (Montre) 8′
Diapason 8′
Quinta 5 1/3′
Principale 4′
Ottava 4′
Quinta 2 2/3′
Superottava 2′
Fornitura grave 4 file
Gran Cembalo 5 file
Fornitura 3 file
Cembalo 4 file
Bordone 16′
Flauto armonico 8′
Bordone 8′
Flauto 4′
Viola da gamba 8′
Dulciana 8′
Controfagotto 16′
Tromba armonica 8′
Fagotto 8′
Clarone 4′

Gran Coro
Basso acustico 16′
Diapason 8′
Principale 4′
Sesquialtera 3 file
Flauto armonico doppio 16′
Flauto armonico 8′
Flauto 4′
Piccolo 2′
Cornetto 5 file 8′
Violoncello 8′
Unda maris 8′
Tuba magna 16′
Tuba mirabilis 8′
Quinta di Tromba 5 1/3′
Clarone 4′
Ottava di Clarone 2′

Organo di bombarda
Basso di Principale 16′
Keraulophone 8′
Principale 4′
Gran Terza 3 1/5′
Quinta 2 2/3′
Settima 2 2/7′
Superottava 2′
Quintatòn 16′
Flauto armonico 8′
Flauto conico 8′
Bordone 8′
Gran Flauto 4′
Gran Cornetto 5 file 16′
Bombarda 16′
Tromba 8′
Clarone 4′

Organo positivo
Diapason 8′
Plein Jeu 5 file
Bordone 16′
Flauto traverso 8′
Corno di notte 8′
Flauto dolce 4′
Nazardo 2 2/3′
Flagioletto 2′
Violone 16′
Salicionale 8′
Dulciana 4′
Voce angelica 8′
Corno armonico 16′
Tromba armonica 8′
Cromorno 8′
Fagotto-Oboe 8′

Organo recitativo-espressivo
Flauto 4′
Principale 4′
Bordone 16′
Corno dolce 16′
Flauto armonico 8′
Flauto a padiglione 8′
Flagioletto 2′
Cornetto 5 file
Gamba 8′
Voce celeste 8′
Dulcetta 4′
Fagotto 16′
Tromba armonica 8′
Cornamusa 8′
Clarone armonico 4′
Voce umana 8′

Organo solo
Diapason 8′
Subbasso 16′
Flauto conico 16′
Flauto traverso 8′
Quintatòn 8′
Flauto 4′
Nazardo 2 2/3′
Quarta di Nazardo 2′
Terza 1 3/5′
Larigot 1 1/3′
Settima 1 1/7′
Piccolo 1′
Corno inglese 16′
Clarinetto 8′
Tromba armonica 8′
Violino armonico (ancia) 8′

N. 28 dispositivi meccanici a pedaletto per le unioni e le combinazioni.

PROGETTO MUTIN

Pedale (32 note)
Basso acustico 64′
Principale basso 32′
Principale (Montre) 32′
Contrabbasso 16′
Gran quinta 10 2/3′
Diapason 8′
Gran Terza 6 2/5′
Quinta 5 1/3′
Settima 4 4/7′
Ottava 4′
Terza 3 1/5′
Quinta 2 2/3′
Gran Flauto 16′
Subbasso 16′
Gran Flauto 8′
Bordone 8′
Violone basso 16′
Violoncello 8′
Viola 4′
Contro Bombarda 32′
Bombarda 16′
Quinta di Bombarda 10 2/3′
Tromba 8′
Quintina 5 1/3′
Clarone 4′

Grand’organo (61 note)
Principale (Montre) 16′
Gran Quinta 10 2/3′
Principale (Montre) 8′
Diapason 8′
Quinta 5 1/3′
Prestant 4′
Ottava 4′
Quinta 2 2/3′
Doublette 2′
Terza 1 3/5′
Fornitura grave 4 file
Gran Cembalo 5 file
Fornitura 3 file
Cembalo 4 file
Bordone 16′
Flauto armonico 8′
Bordone 8′
Flauto ottaviante 4′
Gamba 16′
Viola da gamba 8′
Dulciana 8′
Bombarda 16′
Controfagotto 16′
Tromba armonica 8′
Fagotto 8′
Clarone 4′
Soprano 4′

Organo di bombarda
Basso di Principale 16′
Keraulophone 8′
Gran Quinta 5 1/3′
Principale 4′
Gran Terza 3 1/5′
Quinta 2 2/3′
Settima 2 2/7′
Terza 1 3/5′
Plein Jeu 5 file
Quintatòn 16′
Flauto armonico 8′
Flauto conico 8′
Jubal 8′
Bordone 8′
Gran Flauto 4′
Ottavino 2′
Piccolo armonico 1′
Gran Cornetto 5 file 16′
Violino 4′
Tuba magna 16′
Tuba mirabilis 8′
Quinta di Tromba 5 1/3′
Clarone 4′
Ottava di Clarone 2′

Organo positivo
Diapason 8′
Principale 4′
Plein Jeu 5 file
Bordone 16′
Flauto traverso 8′
Corno di notte 8′
Flauto dolce 4′
Nazardo 2 2/3′
Flagioletto 2′
Carillon 3 file
Cornetto 5 file 8′
Basso di Violino 16′
Salicionale 8′
Viola 8′
Voce angelica 8′
Corno armonico 16′
Tromba armonica 8′
Cromorno 8′
Fagotto-Oboe 8′
Violino armonico (ancia) 4′

Organo recitativo-espressivo
Diapason 8′
Prestante 4′
Plein Jeu 7 file
Bordone 16′
Flauto armonico 8′
Flauto a padiglione 8′
Bordone 8′
Gran Nazardo 5 1/3′
Flauto ottaviante 4′
Gran Terza 3 1/5′
Nazardo 2 2/3′
Settima 2 2/7′
Ottavino 2′
Terza 1 3/5′
Larigot 1 1/3′
Settima 1 1/7′
Piccolo 1′
Gran Cornetto 5 file
Gamba 16′
Viola da gamba I 8′
Viola da gamba II 8′
Voce celeste I 8′
Voce celeste II 8′
Viola d’amore 4′
Eolina 4′
Bombarda 16′
Clarinetto 16′
Tromba armonica 8′
Clarinetto 8′
Quinta di Tromba 5 1/3′
Cornamusa 8′
Clarone armonico 4′
Ottava di Clarone 2′
Voce umana 8′

Organo solo
Diapason 8′
Subbasso 16′
Flauto conico 8′
Flauto traverso 8′
Quintatòn 8′
Flauto ottaviante 4′
Nazardo 2 2/3′
Quarta di Nazardo 2′
Terza 1 3/5′
Larigot 1 1/3′
Settima 1 1/7′
Piccolo 1′
Viola da gamba 8′
Violino 4′
Corno inglese 16′
Corno armonico 8′
Tromba armonica 8′
Clarone armonico 4′

En chamade:
Tuba magna 16′
Tuba mirabilis 8′
Quinta di Tromba 5 1/3′
Corno armonico 4′

N. 100 dispositivi meccanici a pedaletto e a pistoncino per le unioni e le combinazioni.

Bibliografia: Corrado Moretti, "L’organo italiano" terza edizione, casa musicale Eco.

Organo Manuali Placchette registri (1) Placchette registri (2)

organ orgel orgue varhany disposition specification specifications stoplist stop list stops

L’organo meccanico

7 settembre 2006 6 commenti
Poco si sa di questo strumento automatico in voga al tempo di Mozart e oggi quasi completamente dimenticato. Proprio Mozart ci ha lasciato le tre composizioni più note per lo strumento in questione:

  • Fantasia in fa minore K. 608 (Allegro – Andante – Allegro)
  • Fantasia in fa minore K. 594 (Adagio – Allegro)
  • Andante in fa maggiore K. 616

Grazie al contributo di Enrico, sappiamo qualcosa di più a proposito di questo "cugino" dell’organo che tutti conosciamo. Riporto qui di seguito il suo intervento:

«Questo organo meccanico o "orologio meccanico" era una sorta di orologio musicale ideato dal conte Deym (conosciuto col nome borghese di Müller), un bizzarro personaggio viennese che in onore del Feld-maresciallo barone von Laudon – scomparso nel luglio 1790 – aveva inaugurato un mausoleo aperto al pubblico dove aveva esposto la sua collezione di orologi rari e statue di cera da lui stesso create. In mezzo al mausoleo riposava in una bara di cristallo il maresciallo di cera, capolavoro di Deym. Proprio per un orologio meccanico di Deym fu richiesto a Mozart di comporre queste Fantasie (K. 594, K. 608 e Andante K. 616). Dopo la morte del costruttore, tutti gli orologi di Deym andarono dispersi ma l’orologio delle nostre Fantasie doveva essere formato così, da una descrizione di Giovanni Carli Ballola e Roberto Parenti [link]: "una sorta di organo provvisto di due registri di flauto (4′ chiuso e 2′ aperto) e di mantice, e collegato ad un meccanismo ad orologeria: ad un’ora prestabilita tale meccanismo entrava in funzione collegando le canne dell’organo ad un rullo dentato sul quale era stato preparato il brano musicale da eseguire. Scorrendo, il rullo apriva le valvole delle canne corrispondenti alle note che si volevano ottenere, nei rispettivi parametri di altezza e durata".»

A proposito della presenza di soli due registri, lo stesso Mozart, giudicando evidentemente il suono dell’organo meccanico, fu impietoso; trattando infatti della fantasia K. 594 in una sua lettera, ebbe a scrivere:

«Sarei felice se fosse destinata ad un grande strumento e suonasse come un’opera per organo, ma il meccanismo consiste in nient’altro che piccole canne dal suono troppo acuto e, secondo me, troppo infantile.». Mozart, lett. 3-ott-1790.

Riascoltando le sue fantasie oggi, eseguite con organi veri e propri, si può constatarne l’effettiva valenza compositiva.

Altre informazioni sull’argomento si possono trovare alla seguente pagina:
Mozart’s Fantasias K.594 and K.608 for mechanical organ

Qualche fotografia di organi meccanici moderni:
David R. Leach – Mechanical Organ Maker
Johann Georg Strasser’s "Mechanical Orchestra"

Mozart