Filmati di Karl Richter all’organo
Sono disponibili da alcune settimane su Google Video e Youtube alcuni filmati di Karl Richter che esegue tre composizioni di Johann Sebastian Bach all’organo. Per vederli potete seguire i seguenti collegamenti oppure cercare direttamente "Karl Richter" in Google Video o Youtube.
- Toccata e fuga in re minore, BWV 565
- Passacaglia e fuga in do minore, BWV 582: I. Passacaglia
- Passacaglia e fuga in do minore, BWV 582: II. Thema fugatum
- Pastorale in fa maggiore, BWV 590
La qualità delle immagini è soddisfacente, ciò che invece spesso lascia a desiderare è purtroppo la qualità del sonoro, ma, considerando che è materiale piuttosto raro, direi che è il caso di accontentarsi. Inoltre non mancano CD da cui poter ascoltare Richter in alta qualità. A questo proposito sottolineo che queste esecuzioni, per quanto ne sappia, non sono disponibili su CD.
Gli organi usati per queste esecuzioni sono due e sono situati nell’abbazia di Ottobeuren. La toccata e fuga e la Passacaglia sono eseguite al Dreifaltigkeitsorgel, uno strumento a 4 manuali dotato di 49 registri, mentre la Pastorale è suonata al più piccolo Heilig-Geist-Orgel, 2 manuali e 27 registri; entrambi gli strumenti sono stati costruiti da Karl Joseph Riepp nel 1766 e restaurati all’inizio del XX secolo da Steinmeyer. Trovate le disposizioni in queste pagine del sito www.orgelsite.nl:
- Disposizione del Dreifaltigkeitsorgel dell’abbazia di Ottobeuren
- Disposizione dell’Heilig-Geist-Orgel dell’abbazia di Ottobeuren
Altre fotografie degli organi sono disponibili sul sito www.die-orgelseite.de.
Interpretazioni di Fernando Germani
Dopo aver registrato e ascoltato le esecuzioni di Fernando Germani trasmesse dal canale Auditorium RAI domenica scorsa (vedi post precedente), lascio qui le mie impressioni. Prima di addentrarmi nella musica, specifico che le registrazioni sono tratte da un doppio album EMI del 1996 al momento purtroppo fuori catalogo e del quale trovate le copertine in basso.
- Johann Sebastian Bach: Concerto per organo n. 2 in la minore BWV 593 (trascrizione per organo del concerto per violino, archi e basso continuo op. 3 n. 8 di Antonio Vivaldi). L’esecuzione è abbastanza lenta e questo potrebbe annoiare, specie se si è abituati a interpretazioni più veloci come quelle di Karl Richter o Hans Fagius. Le registrazioni usate sono interessanti ma a volte non lasciano trasparire chiaramente le singole voci. In generale comunque si tratta di un’interpretazione pulita, con qualche variazione di tempo del tipo romantico. Non v’è molto altro da aggiungere, considerando anche che i concerti per organo non sono il massimo del repertorio organistico Bachiano.
- César Franck: Corale n. 2 in si minore, M39. Anche questa è un’esecuzione più lenta di quelle a cui si potrebbe essere abituati (Marie-Claire Alain, Eric Lebrun), ma a differenza di Bach non si rimane annoiati, piuttosto emerge ogni particolare della composizione, grazie anche alla precisione nei tempi. Il pedale di espressione e la registrazione sono gestiti al limite e in alcuni passaggi forti Germani non rinuncia all’ancia di 32′ al pedale (dal timbro cupo si direbbe Trombone, ma potrebbe essere anche Controbombarda), particolare rarissimo da trovare in Franck, se non altro perché lo stesso compositore indicava che registrazione usare e non è mai prevista esplicitamente ancia di 32′ in nessun suo componimento, ma ben nota è l’audace concezione artistica di Germani a proposito della registrazione. Molto bello il finale in cui si distinguono bene tutte le voci, similmente all’interpretazione di Ian Tracey e diversamente da altre incisioni in cui risultano confuse dall’effetto tremolo e dalla registrazione poco diversificata (in Marie-Claire Alain e ancora di più in Eric Lebrun).
- César Franck: Corale n. 3 in la minore, M40. Premesso che lo giudico il più bel corale tra i due, anche in questo caso si notano subito tempi un po’ lenti come per le precedenti esecuzioni; in effetti per questo corale vale tutto ciò che già ho scritto per il n. 2. L’interpretazione è molto romantica e coinvolgente, la parte centrale è recitata alla perfezione e si evolve in un crescendo che conduce sino al finale, in cui interviene anche la già citata ancia di 32′ al pedale che, è vero, forse non si amalgama alla grande, ma di cui si sentirebbe senz’altro la mancanza, dato che le ultime battute sono un esperienza d’ascolto unica, un Franck mai sentito prima e che non è nemmeno più confrontabile con le successive esecuzioni incise da Marie-Claire Alain ed Eric Lebrun.
Mi preme specificare, infine, che i paragoni fatti tra le varie esecuzioni (Germani, Lebrun, Alain, Tracey) sono tesi ad evidenziare le differenze di interpretazione e non ad esprimere una preferenza come magari si potrebbe fraintendere.
Ultima nota di carattere tecnico: le registrazioni sono analogiche e la qualità del suono è molto buona come pure la stereofonia; il rumore di fondo non è un problema. Queste informazioni vanno comunque valutate con le dovute cautele poiché mi sto basando sulla trasmissione radiofonica di un CD.
Nella speranza che quest’album della EMI si possa presto ritrovare sugli scaffali dei negozi, non resta che consultare ogni tanto il palinsesto del canale Auditorium RAI per ascoltare altri pezzi suonati da Fernando Germani.
Come già detto, chi dispone di una linea Internet veloce può ricevere le trasmissioni del canale Auditorium in alta qualità direttamente on-line e in genere può anche registrarle utilizzando un opportuno programma di elaborazione audio e regolando in modo adeguato il mixer software della scheda audio. La ricezione on-line è possibile anche senza la banda larga, a scapito però della qualità del suono.