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Le messe di Couperin: Peter Hurford

26 gennaio 2013 1 commento
Copertina dell'album

Pubblicato da Decca nel 1997, il doppio CD con le messe per organo di François Couperin eseguite da Peter Hurford è fuori catalogo da ormai quasi un decennio, un vero peccato in quanto, oltre a costituire un’interessante digressione dell’organista inglese dal repertorio bachiano e romantico per il quale è molto conosciuto, è testimonianza della prassi esecutiva dell’epoca in cui è stato inciso, ossia all’inizio degli anni ’80 (1983-1984 per l’esattezza), in cui già si nota un particolare interesse nel ricercare l’esecuzione autentica o “storicamente informata”, definizione a mio parere orribile e non a caso posta tra virgolette. A questo proposito si noti che la presente incisione è completa anche delle parti gregoriane, come quella di Adriano Falcioni (Brilliant, 2012) esaminata il mese scorso in un precedente articolo.

Lo strumento scelto è l’organo barocco francese della chiesa di Saint-Pierre des Chartreux di Tolosa, realizzato da Robert Delaunay nel 1683, ampliato da Jean-Baptiste Micot e Joseph Isnard nel ‘700 e, dopo ulteriori modifiche, restaurato da Gerhard Grenzing nel 1983 con l’intento di ripristinarne le caratteristiche foniche originarie. Uteriori informazioni sullo strumento sono disponibili sul sito del festival Toulouse les Orgues.
Il temperamento, definito genericamente inégal nelle specifiche dell’organo, sembra essere un qualche genere di mesotonico modificato e con tutta probabilità non corrisponde a quello originario. Le terze risultano temperate, non pure come ad esempio quelle del Clicquot di Poitiers (la differenza tra i due strumenti in questo senso risulta tangibile); inoltre non sembrano essere presenti intervalli particolarmente dissonanti, il che alimenta l’idea che sia stato adottato un buon temperamento. Tutto questo naturalmente si riferisce alla presente registrazione, nulla esclude che negli anni l’organo sia stato riaccordato secondo un temperamento diverso, come sembrerebbe ascoltando una registrazione del 2010 disponibile su YouTube e curata da Pipedreams.
Dal punto di vista timbrico, lo strumento dispone di tutto quanto occorre per eseguire queste messe alla maniera filologica: tutti i registri specificati dal compositore stesso, una grande disponibilità di mutazioni, ripieni acuti e gravi, e ance; queste ultime risultano leggermente stridule se confrontate con quelle di altri organi classici francesi, specialmente nel registro acuto.

Hurford, come anticipato, evita registri che all’epoca di Couperin non erano ancora presenti negli organi francesi, come ad esempio la Bombarda 16′. Se da un lato ciò ci regala un’esecuzione più vicina a quella autentica, dall’altro non viene sfruttata tutta la tavolozza timbrica e la dinamica dello strumento. Rimanendo in tema di prassi esecutiva, Peter Hurford, così come Gillian Weir, non adotta la pratica delle notes inégales; mentre invece Adriano Falcioni e Jean-Baptiste Robin abbracciano questo ben noto stile interpretativo francese (cfr. Weir, Robin e Falcioni).
I tempi sono un po’ dilatati rispetto alla media, in effetti questa incisione è la più lunga tra quelle che ho avuto modo di ascoltare, appena citate; ciò permette di apprezzare i dettagli della partitura senza sconfinare nel noioso; l’acustica inoltre aggiunge un modesto riverbero senza danneggiare la chiarezza dell’esecuzione.
Tra i brani più interessanti vi sono i Dialogues che mettono in evidenza i bei timbri dello strumento seicentesco, insieme con gli Offertoires che possono essere considerati veri e propri componimenti a sé stanti. In definitiva l’esecuzione è precisa, lineare, sobria, “inglese”.

In festis primae classis

La direzione di Edward Higginbottom delle parti cantate è abbastanza lenta e talvolta può risultare noiosa, specie per un orecchio poco allenato a questo genere di musica; per il resto non si eccepisce nulla di particolare.
Nel caso della Messe pour les paroisses, il cantus planus è affidato alle voci maschili del Choir of New College Oxford ed è costituito dal Cunctipotens genitor Deus per scelta dello stesso Couperin.
Per la Messe pour les Couvents, che non prevede un canto specifico, Higginbottom adotta un cantus planus molto in uso all’epoca di Couperin: In festis primae classis, dal Graduale romano-monasticum di Guillaume-Gabriel Nivers (da pag. 377), eseguito dalle voci femminili dell’Oxford Chamber Choir.

Entrambe le messe sono registrate in digitale. La qualità tecnica è discreta anche se un cattivo bilanciamento dei toni medio-bassi nella registrazione della Messe pour les paroisses (CD 1) rende quasi inascoltabile la Tierce en taille (Gloria VI) e piuttosto fastidioso il meditativo Chromhorne en Taille (Benedictus); in particolare alcune note del pedale¹ coprono praticamente tutto il resto, mentre altre note sempre al pedale si odono appena. È presente anche un difetto all’inizio del Dialogue sur les Trompettes (Gloria IV)², una breve interruzione forse dovuta ad un problema con il registratore o ad un taglio fatto male. Migliore risulta invece la registrazione della Messe pour les couvents (CD 2), sia sul piano del bilanciamento che per quanto riguarda la spazialità.

L’album include un libretto con interessanti note su Couperin redatte da Higginbottom (manca la lingua italiana), informazioni storiche sull’organo a cura del suo ultimo restauratore Gerhard Grenzing, e la disposizione fonica, riportata anche in fondo a quest’articolo.

Anche se fuori catalogo, questo doppio CD può essere reperito sul Marketplace di Amazon oppure presso altri negozi online; personalmente sono riuscito a trovarne una copia nuova sul sito greco Studio 52 semplicemente cercando con Google il codice a barre del prodotto (028945502625). ArkivMusic, negozio online specializzato in dischi di classica di difficile reperibilità, ha licenza di “ristampare” e vendere quest’album così come tanti altri dischi fuori catalogo, è però bene sapere che si tratta di copie masterizzate su CD-R (da loro chiamati ArkivCD) e non stampate come i dischi originali. Notare che ArkivMusic vende questi ArkivCD anche sul Marketplace di Amazon nella sezione del nuovo.

(¹) in particolare il re2 alla frequenza di 139 Hz.
(²) CD 1, traccia 9, minuto 0’35”.


Organo Delaunay / Micot di Saint-Pierre des Chartreux, Tolosa (1683)

Organo Delaunay/Micot di Saint-Pierre des Chartreux, Tolosa (1683)
Foto: BastienM, 2008. Licenza Creative Commons.

Disposizione fonica dell'organo Delaunay/Micot di Saint-Pierre des Chartreux, Tolosa (1683)

orgel orgue varhany organ disposition stop list specification specifications stoplist stops

Le messe di Couperin: Gillian Weir e Jean-Baptiste Robin

16 giugno 2012 1 commento

François Couperin compose queste due messe per organo nei suoi primi anni di attività. Si tratta di opere in cui si nota sia l’ispirazione ai modelli compositivi esistenti (cfr. Louis Couperin) sia la presenza di autentica creatività che influenzerà i compositori successivi. Esse contengono idee interessanti, forse non eccezionali a livello compositivo (da questo punto di vista il barocco francese non è il massimo), ma sicuramente d’effetto. Tra i brani più notevoli in questo senso vi sono gli offertorium di entrambe le messe: in tutti e due i casi si nota che il movimento è tripartito e segue uno sviluppo più lungo e complesso di quello degli altri movimenti; del resto è naturale che l’offertorio debba essere animato per un tempo maggiore rispetto alle altre parti della messa.

Queste due incisioni sono tra loro piuttosto diverse; la partitura è esattamente la stessa ma a fare la differenza non sono nemmeno tanto gli organisti, seppure tra loro distanti di una generazione (non me ne voglia l’impeccabile Dama neozelandese), ma piuttosto gli strumenti da loro scelti, che in comune hanno solo la trazione: meccanica.

Il giovane francese Jean-Baptiste Robin ha scelto l’organo della cattedrale di Poitiers; si tratta di un antico strumento realizzato da François-Henri Clicquot, uno dei più rinomati costruttori di organi francesi del ‘700; ha un temperamento mesotonico a 1/4 di comma e il la accordato a 395 Hz, ossia praticamente un tono più in basso rispetto al la a cui siamo abituati oggi (440 Hz). L’organo scelto dalla neozelandese Gillian Weir è invece uno strumento di costruzione recente: fabbricato dalla Orgelbau Kuhn, risale al 1970; il la è a 440 Hz e i nomi dei registri sono in tedesco, il che può lascar intendere che non sia proprio lo strumento più adatto per suonare Couperin, in realtà invece la sua tavolozza timbrica si avvicina a quella dei tipici organi classici e barocchi francesi (le disposizioni foniche sono in fondo a quest’articolo). Sia chiaro: i timbri autentici del Clicquot sono diversi da quelli di questo Kuhn, i primi hanno infatti una spiccata personalità, le ance poi non sono nemmeno paragonabili, tuttavia da questo strumento moderno, pensato certamente per eseguire un repertorio più vasto, scaturisce comunque una piacevolissima e limpida incisione. Il fatto che l’organo sia stato pensato per un repertorio non strettamente classico francese lo si evince, oltre che dai nomi dei registri, anche dal fatto che è ben temperato; questa caratteristica da un lato permette di eseguire praticamente tutta la produzione organistica barocca tedesca ed oltre, dall’altro però diminuisce la resa del repertorio classico francese, come in questo caso; ciò è dovuto al seguente fatto: mentre con il temperamento mesotonico (v. Poitiers) si hanno molte terze pure, ossia in cui le frequenze dei due suoni di un bicordo di terza maggiore sono in rapporto esatto 5:4, e alcune terze molto dissonanti che venivano opportunamente evitate dai compositori dell’epoca e quindi anche da Couperin, con altri temperamenti più moderni questo rapporto preciso viene alterato al fine di giungere ad una accordatura tale da rendere piacevoli (ma, si badi, non perfetti) tutti gli accordi e permettere quindi ai compositori di sfruttarli come comunemente si fa oggigiorno. La differenza d’effetto tra una terza pura e una terza temperata, che tipicamente è leggermente crescente, è difficilmente descrivibile a parole; quello che posso dire è che le terze abbondano in queste messe e che all’organo della cattedrale di Poitiers risultano eccezionali, dando l’idea di una costruzione sonora perfetta.

L’atmosfera della registrazione effettuata nella cattedrale di Poitiers è maggiore rispetto a quella nella Prediger-Kirche di Zurigo: il riverbero è molto più forte e questo da un lato rende l’ascolto più simile a quello che effettivamente si avrebbe stando seduti in chiesa, dall’altro danneggia la limpidezza del suono, talvolta le note tendono a confondersi un po’ tra loro. Robin fa comunque un ottimo lavoro suonando ad una velocità mai eccessiva, tale da rendere sempre abbastanza chiaro l’intreccio, tuttavia non c’è paragone con la straordinaria chiarezza della registazione di Gillian Weir; chi preferisce un’incisione da cui si possa evincere lo spartito “a orecchio” non potrà che essere soddisfatto da quest’ultima. Entrambi gli organisti mostrano una grande padronanza del loro strumento e riescono a evidenziarne ogni peculiarità, in particolare Robin dimostra di saper sfruttare appieno il temperamento mesotonico dell’organo. Non v’è un solo caso in cui la registrazione scelta fosse fuori luogo (è pur vero che Couperin, come molti organisti dell’epoca, indicava abbastanza chiaramente la registrazione da adottare tanto che persino i nomi dei vari tempi includono spesso indicazioni sulla combinazione); a questo proposito va riconosciuto all’organista neozelandese il merito di saper mettere in evidenza con grande maestria alcuni deliziosi particolari della partitura.

Volendo consigliare una delle due edizioni, quella di Robin è secondo me da preferire. Entrambi gli organisti sono eccellenti; ciò che fa propendere più verso l’edizione Naxos è lo strumento. Il 4 manuali realizzato da Clicquot più di duecento anni fa sembra veramente costruito per suonare queste due messe sia per il suo temperamento che per i timbri estremamente caratteristici. Ogni registro ha una sua forte personalità, le ance sono di una bellezza indescrivibile e perfettamente accordate. Raramente si nota un calo della pressione del vento, in particolare nelle code in cui l’organista inserisce la Bombarda (ad es. in: Paroisses – Kyrie – II); l’effetto, di entità modestissima, non è affatto sgradevole ma al contrario rende in un certo senso vivo lo strumento; addirittura alcuni organi moderni come il Flentrop della Duke Chapel danno la possibilità all’organista di ridurre di proposito la riserva d’aria dello strumento per poter riprodurre proprio questo effetto (o difetto che dir si voglia) tipico degli organi antichi.

Dal punto di vista strettamente tecnico i due album sono di elevata qualità. La registrazione di Gillian Weir è analogica e risale al 1973, la durata complessiva è di 84’13” suddivisa in due dischi; il suono è chiaro e brillante e il rumore di fondo è minimo.
L’album di Jean-Baptiste Robin è stato invece registrato in digitale nel 2005; la durata è di 94’04” e anche in questo caso è suddivisa in due CD; qui l’unica pecca è, come anticipato, il forte riverbero che, in una registrazione del ventunesimo secolo, poteva certamente essere gestito meglio.

Le disposizioni degli strumenti sono tratte dai libretti dei due album esaminati.


Organo Kuhn della Prediger-Kirche di Zurigo (1970)

Organo Kuhn della Prediger-Kirche di Zurigo
Foto: Andreas Praefcke, 2009. Licenza Creative Commons.

Disposizione fonica dell'organo Kuhn della Prediger-Kirche di Zurigo

Organo François-Henri Clicquot della cattedrale di Poitiers (1790)

Organo Clicquot della cattedrale di Poitiers
Foto: © Monica Barba, 2009. Tutti i diritti riservati.

Disposizione fonica dell'organo Clicquot della cattedrale di Poitiers

organ orgel orgue varhany disposition specification specifications stoplist stop list stops

Handel Masterworks: Decca fa concorrenza a Brilliant

25 settembre 2009 1 commento
Cofanetto Handel: The Masterworks (Decca)

Nel mese di marzo 2009, la casa discografica Decca Classics ha rilasciato Handel: The Masterworks, un cofanetto che racchiude in 30 CD i capolavori del compositore tedesco naturalizzato inglese. Le incisioni non sono tratte solo dall’archivio Decca ma anche dai cataloghi Deutsche Grammophon e Philips. Le tre etichette in effetti costituiscono il gruppo Universal Classics. Ecco i contenuti in dettaglio:

CD 1:
Music for the Royal Fireworks
Water Music

CD 2:
Concerti grossi, op. 6 nos. 1-6
CD 3:
Concerti grossi, op. 6 nos. 7-11
CD 4:
Concerto grosso, op. 6 no. 12
Concerti grossi, op. 3 nos. 1-6

CD 5:
Organ Concerti, op. 7 nos. 1-5
CD 6:
Organ Concerti, op. 7 no. 6
Organ Concerti, op. 4 nos. 1-6

CD 7:
Sonata: Il trionfo del tempo e del Disinganno;
Organ Concerti nos. 13-16
Oboe Concerti, op. 3 nos. 1 & 2a
Largo in F, HWV 302b
CD 8:
Oboe Concerto, op. 3 no. 3
Arrival of the Queen of Sheba
Concerto grosso in C "Alexander’s Feast"*;
3 Concerti a due cori**
Academy of St Martin in the Fields /
Marriner Philomusica of London / Granville Jones*
The Academy of Ancient Music / Christopher Hogwood**

CD 9-11:
Chamber Music – selection:
Trio sonatas, op. 2 nos. 1-6; Sonata in F, HWV 392;
Sonata in G minor, HWV 393 + flute sonatas,
HWV 374-376; 378 & 379
Academy of St Martin in the Fields Chamber Ensemble

CD 12-13:
Messiah
Ameling / Reynolds / Langridge / Howell
Academy of St Martin in the Fields / Marriner

CD 14-15:
Israel in Egypt
1739 version 1, including the Original Part 1
The Ways of Zion do Mourn
Bostridge / Chance / Gritton / Varcoe
Choir of King’s College / Cleobury

CD 16:
4 Coronation Anthems
Choir of Westminster Abbey
The English Concert / Pinnock / Preston

CD 17:
Dixit Dominus; Nisi Dominus; Salve regina
Auger / Dawson / Montague / Birchall
Orchestra of Westminster Abbey / Simon Preston

CD 18:
Dettingen Te Deum; Dettingen Anthem
Choir of Westminster Abbey
The English Concert / Pinnock / Preston

CD 19:
Ode for St Cecilia’s Day
Lott / Rolfe Johnson
The English Concert and Choir / Pinnock

CD 20-21:
Hercules
Tomlinson / Rolfe Johnson / Walker / Smith / Denley
Monteverdi Choir / English Baroque Soloists / Gardiner

CD 22-24:
Judas Maccabaeus
Davies / Palmer / Baker / Shirley-Quirk
English Chamber Orchestra / Mackerras

CD 25-27:
Solomon
Scholl / Dam-Jensen / Gritton / Hagley
Gabrieli Consort & Players / McCreesh

CD 28-30:
Giulio Cesare
Mijanovic / Kozena / Von Otter / Hellekant
Les Musiciens du Louvre / Minkowski

Poco meno di due anni fa, nell’articolo Händel: Concerti grossi – Neville Marriner sottolineavo come i concerti per organo diretti da Neville Marriner fossero ancora fuori catalogo mentre invece i concerti grossi erano stati reinseriti come cofanetto della serie The Originals. Ebbene ora è possibile arricchire la propria discoteca con questo nuovo cofanetto che contiene, tra l’altro, la stessa identica edizione dei concerti grossi uscita alla fine del 2007 e in più i concerti per organo, non solo i 12 catalogati come opere 4 e 7, ma anche gli ulteriori 4 concerti sfusi (n. 13-16), sempre diretti da Neville Marriner con George Malcolm all’organo. A ben vedere, i primi 8 dischi di questa raccolta corrispondono esattamente ad un cofanetto Decca fuori catalogo da molti anni (458 333-2) che appunto conteneva i capolavori per orchestra eseguiti dall’Academy of St. Martin in the Fields; il gruppo londinese, più numeroso della maggior parte delle orchestre da camera barocche filologiche, utilizza strumenti moderni; l’approccio ai brani di Händel è interessante perché si pone a metà strada tra la filologia moderna, dalla quale riprende entro certi limiti lo stile spedito dell’esecuzione e la precisione nei tempi, e l’interpretazione romantica, a cui si deve un suono dolce, legato, e con dinamiche molto graduali. L’ascolto risulta dunque piacevole e per nulla noioso come invece potrebbe risultare adottando tempi variabili o particolarmente lenti.

Anche i dischi che seguono sono molto spesso tratti da edizioni già esistenti; di seguito troverete le copertine di alcuni degli album che sono inclusi per intero nel nuovo Masterworks.

Uno degli aspetti più interessanti di questo nuovo cofanetto di cui non ho ancora parlato è il prezzo assolutamente concorrenziale. Di norma non supera i 60 euro, ma in offerta è possibile trovarlo anche intorno a 40 euro; questo spiega il titolo di questo articolo, dato che l’olandese Brilliant Classics ha messo in commercio il box Handel: Celebration Edition, 39 CD, che include, oltre a molti dei capolavori offerti da Decca (mancano Hercules e Giulio Cesare) anche le suite per clavicembalo (4 CD), Aci, Galatea e Polifemo (2 CD), Jephtha (3 CD), Rinaldo (2 CD), Semele (2 CD), Apollo e Dafne, il tutto ad un prezzo praticamente identico a quello proposto da Decca Classics. Considerando il fatto che gli artisti che incidono per le grandi case discografiche sono generalmente piuttosto rinomati, la battaglia potrebbe sembrare vinta senza alcun dubbio dalla casa discografica inglese, in realtà si commetterebbe un grave errore. È sufficiente infatti dare uno sguardo ai contenuti del box Brilliant per rendersi conto che i nomi sono spesso di prim’ordine, talvolta persino gli stessi che troviamo nel Masterworks: Neville Marriner con l’Academy of St. Martin in the Fields, Stephen Cleobury, David Willcocks, e la Stuttgarter Kammerorchester.

Che questa iniziativa Decca sia solo l’inizio di una concorrenza all’emergente casa discografica olandese? La Brilliant si è distinta da un paio di anni a questa parte grazie alle sue edizioni supereconomiche degli integrali di Bach e di Mozart, rispettivamente 155 e 160 dischi, proposte al prezzo di 100 euro. Anche la Philips ha in catalogo un integrale di Mozart, ma il prezzo è maggiore di un ordine di grandezza: si aggira intorno ai 1000 euro. È chiaro che, in un confronto del genere, per quanto gli artisti possano essere più o meno rinomati, la scelta del giovane appassionato, spesso squattrinato in quanto studente, non potrà che cadere sull’offerta Brilliant; nulla poi gli vieterà di acquistare edizioni più prestigiose di questo o quel componimento scoperto durante l’esplorazione del mega-cofanetto (che pone anche qualche difficoltà logistica: i 40 centimetri di lunghezza non sono sempre facilmente disponibili nelle librerie di casa). Probabilmente, di fronte a questo enorme divario di offerta, di fronte al rapporto 10 a 1 dei prezzi, la Universal Classics intraprende una strada forse rischiosa vista l’attuale crisi del mercato discografico, ma che, a mio avviso, potrà invece portarle ossigeno. Il cultore di musica classica è poco incline ad acquistare brani o album in formato elettronico (come download), sia esso senza perdite (FLAC) che, peggio ancora, con perdite (MP3), in quanto è viva la cultura del supporto fisico, il disco, che, banalmente, si può toccare, che ha un valore intrinseco e che ne acquista in ragione della sua rarità.

Un’ultima indicazione sull’etichetta Brilliant che non riguarda Handel ma che merita una menzione: nel catalogo è disponibile un’esecuzione molto interessante delle Variazioni Goldberg di Bach con Elena Barshai all’organo (1 CD); si può trovare a prezzi stracciati e non posso che consigliarla vivamente anche se devo precisare che dal punto di vista tecnico la registrazione lascia un po’ a desiderare, ma per pochi spicci tutto sommato ci si può anche accontentare. Buon ascolto.

Copertina posteriore dell'album Decca Copertina posteriore dell'album Brilliant

Cofanetti a metà prezzo

1 dicembre 2008 1 commento
Offerte box Deutsche Grammophon, Decca e Philips, 2008

Ultimo mese di sconti per i cofanetti di musica classica della Deutsche Grammophon, Decca e Philips, proposti solitamente a un prezzo di circa 9 euro a CD e oggi disponibili eccezionalmente a meno di 5 euro a disco fino a fine anno. Sebbene il catalogo ufficiale indichi 4.90 euro/disco come prezzo suggerito, è possibile trovare offerte ancora più vantaggiose presso alcuni rivenditori.

Dal sito www.universalmusic.it:
CAMPAGNA BOX IRRESISTIBILI 2008
Torna la grande campagna dedicata alle più importanti integrali Deutsche Grammophon, Philips e Decca
236 Box Irresistibili offerti ad un prezzo incredibile
Solo euro 4,90 a CD

Inoltre
27 Album della serie Gold, 3 CD a soli euro 16,90
25 Box prodotti in esclusiva per l’Italia
7 Box Super budget tra cui 2 novità

Iniziativa valida solo fino al 31 dicembre 2008.

A questo punto non posso non suggerire qualche buon acquisto per sfruttare queste offerte:

I Concerti grossi di Händel diretti da Neville Marriner

28 gennaio 2008 11 commenti

Tornano dopo molti anni nel catalogo Decca i Concerti grossi di Georg Friedrich Händel eseguiti dall’Academy of St. Martin in the Fields, diretta da Neville Marriner (475 8673). Possedevo già i primi otto Concerti grossi op. 6 in LP, tra l’altro dischi di ottima qualità che ancora oggi restituiscono un suono chiaro e brillante, ma certamente meno pratici rispetto al supporto digitale.

Ho sempre considerato eccellenti queste interpretazioni, avendo avuto la possibilità di confrontarle con quelle filologiche di Christopher Hogwood (Decca 458 817-2) e anche con quelle di Karl Richter (Deutsche Grammophon 453 249-2, fuori catalogo).

Marriner ha la capacità di esaltare particolarmente la bellezza del “concerto barocco” raggiungendo un equilibrio sonoro a mio avviso ineguagliato. L’organico adottato non è ristretto come vorrebbe l’odierna prassi filologica, e la scelta del basso continuo è sorprendente: l’organo e il clavicembalo si alternano e si sovrappongono nell’accompagnamento dell’orchestra, accompagnamento che a volte si fa piacevolmente più movimentato rispetto a quanto si è soliti ascoltare. È noto che non è compito facile trovare un compromesso tra numero di esecutori e chiarezza espositiva; Marriner, e, aggiungerei, Karl Richter, penso ci siano riusciti rispettivamente per i concerti barocchi e per le composizioni sacre di Bach. Quanto detto vale sia per queste incisioni che per quelle di Vivaldi; mi riferisco, perdonatemi la digressione, alle Quattro stagioni (quattro concerti da Il cimento dell’armonia e dell’inventione, op. 8 n. 1-4, e in particolare L’inverno), all’Estro armonico (dodici concerti op. 3) e alla Stravaganza (dodici concerti op. 4), disponibili in CD Decca (475 471-2), e anche al Gloria RV 589 (EMI 7 54283 2), in cui il delicato basso continuo eseguito all’organo accompagna un commovente Et in terra pax.

Copertina del box Vivaldi-Marriner Copetina del CD Gloria-Marriner

Tornando ai Concerti grossi di Händel, quest’album, datato settembre 2007 (le registrazioni risalgono al 1964 e al 1968), include anche i Concerti grossi op. 3, e si inserisce nella serie The Originals a medio prezzo, motivo in più per consigliarne l’acquisto.

La qualità sonora è più che buona, a questo proposito l’etichetta dell’LP recitava Full Frequency Stereophonic Sound, indicazione che è stata riprodotta anche sui CD. Avrei detto qualità ottima se non fosse per un po’ di rumore di fondo a bassa frequenza, il cosiddetto rumble, dovuto sia ad un filtraggio della tensione di rete non eccellente (in particolare la seconda armonica, a 100 Hz), sia probabilmente al rumore ovattato del traffico stradale circostante. In ogni caso è un disturbo che risulta assolutamente tollerabile e che quindi non deve destare preoccupazione. Questo tipo di rumore non è una novità nelle incisioni di Marriner con l’Academy of St. Martin-in-the-Fields, tanto che alcune delle succitate registrazioni di Vivaldi presentano un filtraggio passa alto con frequenza di taglio intorno a 50 Hz proprio al fine di ridurre il rumble.

Attendo ora anche la riedizione dei Concerti per organo di Händel (op. 4 e op. 7) diretti sempre da Neville Marriner e con George Malcolm all’organo.

Cover CD Handel Concerti per Organo Marriner Copertina CD Corelli Concerti grossi diretti da Marriner

Già pubblicati in compact disc nella serie Double Decca (452 235-2), questi concerti sono stati eliminati dal catalogo da ormai più di due anni.
Non sarebbe stata una cattiva idea raccogliere in un cofanetto sia i Concerti grossi opp. 3 e 6 (3 CD) che i Concerti per organo opp. 4 e 7 (2 CD), analogamente a quanto fatto per i concerti di Vivaldi. In ogni caso la ristampa dei concerti per organo è ora il tassello mancante per avere a disposizione tutti i grandi concerti barocchi (inclusi i Concerti grossi di Corelli, disponibili come doppio album Decca 443 862-2) eseguiti dalla Academy of St. Martin-in-the-Fields col suo storico direttore. Non resta che sperare che questo avvenga quanto prima.

Aggiornamento 2009: Decca ha rilasciato il cofanetto Handel Masterworks, 30 CD in cui troviamo anche i Concerti grossi e i Concerti per organo qui citati. Tutti i dettagli sono disponibili nell’articolo dedicato.

Copertina posteriore