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Johann Sebastian Bach – Helmut Walcha

Johann Sebastian Bach all'organo
Stampa di Bach seduto all’organo (1725).
British Museum, autore sconosciuto.
Helmut Walcha all'organo
Helmut Walcha all’organo (da 463 712-2).
Foto: Siegfried Lauterwasser.

Il nome di Helmut Walcha è ben noto alla quasi totalità degli appassionati di musica per organo; l’organista tedesco deve la sua fama principalmente alle incisioni di Bach effettuate tra il 1956 e il 1971 per la casa discografica Deutsche Grammophon, o, per essere precisi, per la sua costola Archiv Produktion.
Affetto fin dalla gioventù da una grave malattia della vista, fu praticamente sempre costretto ad imparare a memoria gli spartiti dopo averli faticosamente decifrati; più avanti negli anni sarà la moglie a fornirgli un prezioso supporto eseguendo per lui le partiture di Bach voce per voce in modo che potesse mandarle a memoria più facilmente; ciò implicò uno studio accuratissimo delle partiture stesse.

1947-1952: il primo integrale monofonico

Walcha fu uno dei primi grandi organisti che si pose il problema della filologia esecutiva barocca. Le sue primissime registrazioni risalgono al 1947 e coincidono con la nascita della stessa Archiv. Uno degli obiettivi della neonata era proprio quello di documentare gli strumenti musicali storici sfuggiti alle devastazioni della seconda guerra mondiale; gli organi antichi rientrano a pieno titolo in questa categoria e anzi rappresentano uno dei patrimoni artistici più delicati e difficili da tutelare: dove non arrivavano le bombe, infatti, spesso arrivavano le razzie al fine di recuperare il metallo delle canne per scopi bellici.
Le incisioni del ’47, di seguito elencate, furono effettuate al “piccolo” organo della Jakobi-Kirche a Lubecca, un gioiello a tre manuali e pedaliera che include anche materiale fonico risalente all’epoca rinascimentale. I dettagli di questo e di tutti gli altri strumenti qui trattati sono disponibili più avanti in quest’articolo e sono tratti in gran parte dai libretti allegati ai cofanetti Archiv 474 747-2 e 463 712-2.

  • Sonate a tre voci n. 1 e n. 6, BWV 525, 530
  • Fantasia e fuga in sol minore, BWV 542
  • Preludio e fuga in do maggiore, BWV 547
  • Preludio e fuga in mi bemolle maggiore »St. Anne«, BWV 552
  • Toccata, adagio e fuga in do maggiore, BWV 564
  • Toccata e fuga in re minore, BWV 565
  • Corali di Schübler, BWV 645-650
  • Clavier-Übung III: BWV 669-671, 676, 678, 680, 682, 684, 686, 688 (für große Orgel)
  • Partite diverse sopra »Sei gegrüßet, Jesu gütig«, BWV 768
Cofanetto edizione giapponese Cofanetto edizione internazionale

Integrale 1947-1952: edizione giapponese e internazionale (10 CD).

Le prime registrazioni che furono messe in commercio dalla Archiv furono quelle dei sei corali di Schübler. All’epoca ancora non esisteva il long playing ma c’erano solo i dischi in gommalacca da 78 giri che potevano contenere al massimo cinque minuti di musica per lato, per cui i sei corali richiedevano ben tre dischi che furono catalogati con i numeri 1001-3. Pochi anni dopo, l’LP monofonico fece la sua comparsa e divenne in breve tempo il supporto più conveniente per distribuire la musica grazie alla maggiore durata e al minore rumore di fondo. Proprio quest’ultimo dettaglio fece sorgere un problema: ci si accorse infatti che sul nuovo supporto era chiaramente udibile il rumore del traffico veicolare che era stato registrato, ovviamente senza volerlo, nella Jakobi-Kirche, mentre prima sui 78 giri esso risultava mascherato dal rumore di fondo. Ciò rese necessaria la ricerca di un sito più tranquillo ove registrare il resto delle composizioni di Bach. La scelta ricadde su uno strumento barocco di piccole dimensioni, l’organo Schnitger della Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a Cappel, villaggio tedesco sul mare dei Wadden, a metà strada tra Cuxhaven e Bremerhaven. Questo strumento a due manuali e pedaliera, di elevato valore storico e miracolosamente risparmiato dalla guerra, presentava caratteristiche foniche più che adeguate all’esecuzione filologica di Bach. La registrazione dell’integrale fu completata nel 1952, anche se di vero e proprio integrale non si può parlare: Walcha decise infatti di non includere le opere di dubbia attribuzione come i piccoli preludi e fughe BWV 553-560, i concerti per organo BWV 592-597 che in realtà sono trascrizioni di concerti di altri autori, e L’arte della fuga, che Walcha all’epoca non riteneva fosse destinata all’esecuzione organistica. Mancano naturalmente anche i corali Neumeister, scoperti solo negli anni ottanta. I quattro duetti BWV 802-805, tratti dal Clavier-Übung III, sono invece presenti ma eseguiti “a sorpresa” al clavicembalo anziché all’organo (non c’è modo di saperlo se non ascoltando il disco).

L’approccio di Helmut Walcha alle composizioni organistiche del Kantor fu chiaro da subito: fedeltà alla partitura, che comporta il rifiuto quasi totale di ogni licenza interpretativa romantica tanto in voga in quegli anni (si pensi alle incisioni di Albert Schweitzer); tempo scandito in modo quasi metronomico, sobrietà negli abbellimenti, e gestione dei registri indirizzata sia all’ottenimento di sonorità particolari, interessanti e talvolta sorprendenti, sia all’evidenziazione della struttura delle composizioni, elemento fondamentale della musica di Bach e, in generale, della musica contrappuntistica. La spettacolarità è una caratteristica quasi del tutto assente in queste interpretazioni; qui l’organista si mette totalmente a servizio del compositore rispettandone ogni notazione con la precisione che si deve a delle partiture che si fondano su studi che potremmo definire “matematici”.

La qualità tecnica è sorprendentemente elevata se si considera che si tratta di registrazioni dell’immediato dopoguerra; certo, il rumore di fondo è ben presente, ma l’intervallo di frequenze registrato è compreso tra 30 e all’incirca 12.000 Hz. Talvolta si nota un po’ di distorsione quando il livello del suono si avvicina al limite superiore di dinamica.

Questo ciclo di incisioni monofoniche era stato reso disponibile in compact disc dalla Archiv solo nel 2003 come cofanetto di 10 CD della serie Original Masters (474 747-2), ma attualmente è fuori catalogo. Anni prima, nel 1992, era stata rilasciata un’edizione destinata al mercato giapponese, sempre in CD (POCA-9002/11). Attualmente è possibile acquistarlo in versione download MP3 o FLAC dal sito Deutsche Grammophon oppure, naturalmente, come rimanenza di magazzino (ad esempio sul Marketplace di Amazon). In alternativa è possibile reperirlo in edizioni economiche di altre case discografiche minori (ad esempio Membran), dato che sono trascorsi più di cinquant’anni dalla prima pubblicazione di queste registrazioni e quindi il copyright della Archiv Produktion è decaduto; bisogna però tenere presente che i nastri originali non lasciano mai la casa discografica madre, pertanto le altre case non possono avervi accesso diretto e si devono accontentare di una copia che per forza di cose sarà di qualità inferiore, magari di poco ma comunque inferiore, rispetto all’originale; ciò significa che, a meno di rimasterizzazioni e rimaneggiamenti del segnale, la qualità audio del download FLAC dal sito Deutsche Grammophon (formato di compressione senza perdita di qualità) dovrebbe essere maggiore rispetto a quella dei CD pubblicati da altre case discografiche.


Kleine Stellwagen-Orgel, St. Jakobi-Kirche, Lübeck

Kleine Stellwagen-Orgel - St. Jakobi-Kirche - Lübeck
Foto tratta dal sito www.holbach-foundation.org.

1467/1515 (Hauptwerk) – 1636-37 (Friedrich Stellwagen: Rückpositiv, Brustwerk, Pedal)

Disposizione fonica all’epoca delle registrazioni: 1947

Hauptwerk
Prinzipal 16′
Oktave 8′
Oktave 4′
Oktave 2′
Rauschpfeife 2fach
Mixtur 2-6fach
Spielpfeife 8′
Rohrflöte 4′
Sesquialtera 2fach
Trommet 8′

Brustwerk
Gedackt 8′
Quintatön 4′
Waldflöte 2′
Zimbel 2fach
Regal 8′
Schalmei 4′

Unioni
Rückpositiv-Hauptwerk
Brustwerk-Hauptwerk
Hauptwerk-Pedal

Rückpositiv
Quintatön 8′
Prinzipal 4′
Oktave 2′
Scharf 4fach
Gedackt 8′
Hohlflöte 4′
Quintflöte 1 1/3′
Trechterregal 8′
Krummhorn 8′

Pedal
Prinzipal 16′
Oktave 8′
Mixtur 4fach
Subbaß 16′
Pommer 8′
Bordun 4′
Nachthorn 1′
Posaune 16′
Dulzian 8′
Trommet 4′
Regal 2′

Intonazione: Kammerton (La = 440 Hz). 4 tremoli.

Arp-Schnitger-Orgel, St. Peter und Paul, Cappel

Arp-Schnitger-Orgel - St. Peter und Paul - Cappel
Foto: Beate Ulich (Wikimedia Commons). Licenza Creative Commons.

Disposizione fonica all’epoca delle registrazioni: 1950-52

Hauptwerk
Quintad 16′
Principal 8′
Hollflöit 8′
Octava 4′
Spitzflöit 4′
Nasat 3′ (2 2/3′)
Gemshorn 2′
Rauschpfeife 2fach
Mixtur 5-6fach
Zimbel 3fach
Trompet 8′

Pedal
Untersatz 16′
Octava 8′
Octava 4′
Nachthorn 2′
Rauschpfeife 2fach
Mixtur 4-6fach
Posaune 16′
Trompet 8′
Cornet 2′

Rückpositiv
Quintad 8′
Gedact 8′
Principal 4′
Flöit 4′
Octava 2′
Siffloit 1 1/2′ (1 1/3′)
Sesquialtera 2fach
Tertian 2fach
Scharff 4-6fach
Dulcian 16′

Unioni
Rückpositiv-Hauptwerk

Accessori
Tremulant
Zimbelstern

Intonazione: Chorton (La = 460 Hz).

1956-1971: l’integrale stereofonico

L’avvento della registrazione stereofonica verso la metà degli anni cinquanta minacciava seriamente di rendere ben presto obsoleto l’integrale appena completato, e così nel 1956, la Deutsche Grammophon/Archiv Produktion decise insieme a Walcha di ricominciare a registrare Bach in stereofonia. Il progetto partì il 9 settembre dello stesso anno con la registrazione dell’Arte della fuga: proprio una delle opere che l’organista aveva volutamente escluso nella precedente edizione. Questa fu la prima registrazione stereofonica in assoluto della Deutsche Grammophon; ascoltandola oggi si può notare come il livello tecnico fosse già molto buono e certamente elevatissimo per l’epoca: spazialità eccellente e buona fedeltà (bassi un po’ poveri ma acuti fino ad oltre 15 kHz); il neo principale è il rumore di fondo non trascurabile ma facilmente tollerabile, anzi a questo proposito è un bene che i tecnici non abbiano filtrato il segnale in fase di rimasterizzazione, contribuendo a preservare la timbrica dello strumento che in questo caso è il validissimo organo Van Hagerbeer/Schnitger della Grote St. Laurenskerk di Alkmaar, città dell’Olanda settentrionale ad una quarantina di chilometri da Amsterdam; non fu possibile infatti registrare a Cappel poiché nel frattempo l’organo era stato danneggiato dall’impianto di riscaldamento della chiesa.
Quando, nel 2006, vi fu un grande revival dell’Arte della fuga, sospinto anche dalla pubblicazione di numerose nuove registrazioni (tra cui quella di Ramin Bahrami al pianoforte che riscosse grande successo), la Deutsche Grammophon colse la palla al balzo rilasciando all’inizio del 2007 un doppio CD (477 6508) contenente proprio questa registrazione, che all’epoca era già vecchia di cinquant’anni, mettendo di fatto in concorrenza Walcha con gli aggiornatissimi interpreti contemporanei.

L'arte della fuga CD serie "The Originals"

Le prime incisioni effettuate allo Schnitger di Alkmaar nel 1956.

Insieme all’Arte della fuga, Walcha registrò anche la famosa toccata e fuga in re minore BWV 565 che ancora oggi è una delle più belle interpretazioni mai incise, il preludio e fuga in do maggiore BWV 547, le sonate a tre voci BWV 525 e 530, la toccata adagio e fuga in do maggiore BWV 564, le partite diverse sopra »Sei gegrüßet, Jesu gütig« BWV 768 e i sei corali di Schübler BWV 645-650 (tre dei quali però in mono); a ben vedere, queste composizioni sono proprio le stesse che erano state registrate per prime a Lubecca nel ’47, incisioni tecnicamente obsolete che urgeva rinnovare.
Successivamente, nel 1962 Walcha integrò le registrazioni con le toccate e fughe BWV 538 »Dorische« e 540, le fantasie e fughe BWV 537 e 542, le fantasie BWV 562 e 572, i preludi e fughe BWV 534, 541, 543, 544, 546, 548 e 552 »St. Anne«, e la passacaglia e fuga BWV 582.

Sei anni dopo, nel 1968, si decise di completare l’integrale iniziato nel ’56 anche se non all’organo di Alkmaar, che tra l’altro iniziava ad accusare seri problemi di funzionamento, ma all’organo Johann Andreas Silbermann (nipote di Gottfried Silbermann) della chiesa di Saint-Pierre-le-Jeune, a Strasburgo, il quale, secondo l’organista, si prestava meglio all’esecuzione delle composizioni sacre grazie alla più ampia disponibilità di registri di flauto opportunamente distribuiti sui i suoi tre manuali e pedaliera. Con l’occasione, si decise di reincidere anche alcuni lavori precedentemente registrati ad Alkmaar, in particolare il preludio e fuga BWV 552 »St. Anne«, i sei corali di Schübler (stavolta tutti in stereo) e le partite diverse sopra »Sei gegrüßet, Jesu gütig«, incisioni, queste, che saranno poi inserite nell’integrale definitivo. Le registrazioni “scartate” sono comunque disponibili come CD separato Archiv 457 704-2, serie The Originals.

Cofanetto prima edizione Cofanetto seconda edizione

Integrale 1956-1971: prima e seconda edizione (12 CD).

Le ultime registrazioni ebbero luogo nel maggio del 1971, portando a completamento un integrale organistico che riscosse e continua a riscuotere grande successo in tutto il mondo, tanto che ne sono state già rilasciate due edizioni internazionali in CD (419 904-2 e 463 712-2, identiche nei contenuti). L’integrale monofonico rimase invece piuttosto in ombra e ancora oggi, come già detto, risulta di non facile reperibilità. Il minore successo è imputabile fondamentalmente alla qualità tecnica delle registrazioni, dato che, con l’avvento della stereofonia, le vecchie incisioni monofoniche vennero irrimediabilmente bollate come imperfette, a prescindere dalla qualità artistica che invece era già di altissimo livello. Nel secondo integrale, Walcha si rivela più rigoroso e misurato rispetto al primo, gestisce ancor più sapientemente i timbri dei suoi strumenti, sia quelli meravigliosamente pieni ed austeri, quasi aspri, dello Schnitger, che quelli più delicati, rotondi e rifiniti dell’organo Silbermann, sperimentando combinazioni di registri che a volte risultano veramente straordinarie come quelle del preludio BWV 535 e delle partite BWV 768, senza contare quelle dell’Orgelbüchlein e degli altri preludi corali.

Negli ultimi decenni lo studio della filologia e della prassi esecutiva barocca ha fatto passi da gigante e di certo le registrazioni di Walcha sono rimaste indietro da questo punto di vista e non sono oggi considerate di riferimento, nemmeno quelle più recenti degli anni settanta; ciò non sminuisce tuttavia il loro indiscutibile valore artistico e storico; proprio a quest’ultimo riguardo è interessante notare che la prima traccia del primo dei dieci dischi presenti nel cofanetto delle incisioni ’47-’52 non è una composizione di Bach ma una serie di improvvisazioni di Walcha all’organo di Cappel, con diverse combinazioni di registri enunciate a voce di volta in volta; impossibile non cogliere il valore documentale di questo quarto d’ora di registrazione, soprattutto a distanza di sessant’anni e dopo un profondo restauro dello strumento.


Frans-Caspar-Schnitger-Orgel, St. Laurenskerk, Alkmaar

Organo Frans Caspar Schnitger della St. Laurenskerk, Alkmaar

Disposizione fonica all’epoca delle registrazioni: 1956-62

Hauptwerk
Praestant 16′
Praestant 8′
Praestantquinte 6′ (5 1/3′)
Octav 4′
Quinte 3′ (2 2/3′)
Octav 2′
Flachflöte 2′
Terzian 2fach
Rauschpfeife 2fach
Mixtur 6fach
Trompete 16′
Viola da gamba 8′
Trompete 4′

Oberwerk
Praestant 8′
Bärpfeife 8′
Rohrflöte 8′
Quintadena 8′
Octav 4′
Floit dous 4′
Spitzflöte 3′ (2 2/3′)
Superoctav 2′
Spielflöte 2′
Sesquialtera 2fach
Scharf 4fach
Zimbel 3fach
Trompete 8′
Oboe 8′
Vox humana 8′

Rückpositiv
Praestant 8′
Quintadena 8′
Hohlflöte 8′
Octav 4′
Flöte 4′
Nasat 3′ (2 2/3′)
Superoctav 2′
Waldflöte 2′
Quinte 1 1/2′ (1 1/3′)
Sesquialtera 2fach
Mixtur 6fach
Zimbel 3fach
Trompete 8′
Fagott 8′
Vox humana 8′

Pedal
Prinzipal 22′ (32′) “extra usum”
Praestant 16′
Rohrquinte 12′ (10 2/3′)
Octav 8′
Quinte 6′ (5 1/3′)
Octav 4′
Nachthorn 2′
Rauschpfeife 3fach
Mixtur 6fach
Posaune 16′
Trompete 8′
Trompete 4′
Cornet 2′

Intonazione: Kammerton (La = 435 Hz).

Johann-Andreas-Silbermann-Orgel, Saint-Pierre-le-Jeune, Strasbourg

Johann-Andreas-Silbermann-Orgel, Saint-Pierre-le-Jeune, Strasbourg
Foto: Ralph Hammann (Wikimedia Commons). Licenza Creative Commons.

Disposizione fonica:

Grand-Orgue (56 note)
Bourdon 16′
Montre 8′
Bourdon 8′
Prestant 4′
Flûte à cheminée 4′
Quinte 2 2/3′
Quarte de Nazard 2′
Cornet 5 rangs (dal c’)
Sifflet 1′
Fourniture 4 rangs (1 1/3′)
Cymbale 3 rangs
Trompette 8′
Clairon 4′

Récit expressif (56 note)
Bourdon 8′
Prestant 4′
Flûte 4′
Sesquialtera 2 rangs
Doublette 2′
Larigot 1 1/3′
Cymbale 3 rangs (1/2′)
Trompette 8′
Voix humaine 8′

Positif de dos (56 note)
Bourdon 8′
Prestant 4′
Nazard 2 2/3′
Doublette 2′
Tierce 1 3/5′
Fourniture 3 rangs (1′)
Cromhorne 8′

Pédale (30 note)
Flûte 16′
Soubasse 16′
Bourdon 16′ (G.O.)
Montre 8′
Flûte 8′
Prestant 4′
Quarte de Nazard 2′
Fourniture 4 rangs (2 2/3′)
Cymbale 2 rangs (2/3′)
Bombarde 16′
Trompette 8′
Clairon 4′

Intonazione: Kammerton (La = 435 Hz).

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474 747-2 463 712-2
  1. Leptichouia
    16 dicembre 2017 alle 02:20

    UNe erreur à corriger :
    L’image que vous montrez sous le titre de “Kleine Stellwagen-Orgel, St. Jakobi-Kirche, Lübeck” n’est pas le petit orgue Stellwagen de cette église. C’est le grand orgue de tribune construit originellement par Köster en 1573.
    Le petit orgue Stellwagen est un orgue “en nid d’hirondelle”.

  1. 19 ottobre 2013 alle 19:21

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